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Le linee programmatiche del dicastero presentate alle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato dal Ministro Martina
(27/03/2014)

Signori Presidenti, Onorevoli Colleghi e Senatori,

ringrazio tutti per questo incontro nel corso del quale illustrerò le linee programmatiche e le principali azioni che intendo promuovere e realizzare nel corso del mio mandato ministeriale, per confrontarci, fare il punto e delineare strategie di forte collaborazione con Parlamento e Commissione.

Il settore Agroalimentare è una risorsa per il nostro Paese. In termini economici, per il Valore aggiunto generato l'agroalimentare rappresenta il secondo comparto produttivo italiano. Dal punto di vista degli scambi con l'estero, i risultati in termini di scambi con l'export hanno raggiunto valori storici nel 2013: l'export agroalimentare è giunto, infatti, a 33,4 miliardi di euro ed è cresciuto del 4,8% a fronte della stabilità dell'export complessivo, confermando la forte propensione dell'agroalimentare italiano a penetrare nei mercati esteri.

La nuova azione di Governo non può pertanto prescindere da interventi che valorizzino e massimizzino il contributo potenziale che il settore agricolo e agroalimentare sono in grado di offrire al rilancio e alla crescita economica del Paese.

In tal senso, l'azione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali sarà orientata a perseguire principalmente i seguenti obiettivi strategici:

1. Accelerare l'attuazione, a livello nazionale, della riforma della Politica agricola comune 2014-2020.
2. Promuovere la crescita del Made in Italy nel mondo, favorendo la propensione all'export e l'internazionalizzazione delle imprese, e tutelare i prodotti di qualità nei mercati esteri rafforzando il sistema dei controlli.
3. Aumentare il grado di competitività del settore favorendo la crescita dimensionale delle imprese, la loro aggregazione, semplificazione amministrativa e l'incremento dell'occupazione soprattutto giovanile.
4. Rafforzare il ruolo dell'Italia in sede europea e internazionale.
5. Assicurare trasparenza ed efficienza dell'azione amministrativa.

Sullo sfondo di tali obiettivi, vorrei ricordare due appuntamenti che segneranno una tappa importante per l'agricoltura italiana: il Semestre di Presidenza europeo e l'Esposizione Universale di Milano nel 2015.

1. Attuazione della Politica Agricola Comune.

L'attuazione della riforma della Politica agricola comune (Pac) 2014-2020 rappresenta un'opportunità unica per disegnare il modello futuro dell'agricoltura italiana. Vorrei ricordare che dal 2014 al 2020, il nostro Paese potrà contare su di una disponibilità complessiva di circa 52 miliardi di euro, così distribuiti:

* circa 27 miliardi di euro sui pagamenti diretti.

* circa 20,9 miliardi di euro sullo sviluppo rurale (comprensivi di 10,45 miliardi di euro di cofinanziamento nazionale).

* circa 4,2 miliardi di euro sulle Organizzazioni comuni di mercato.

Come vi è noto, sullo sviluppo rurale l'accordo per il riparto è stato raggiunto dalla Conferenza Stato-Regioni del 16 gennaio scorso; e questo ha permesso alle Regioni di sbloccare la fase di avvio della nuova programmazione, che è entrata nel vivo a seguito dall'invio a Bruxelles dell'Accordo di partenariato (previsto entro il 22 aprile 2014), per il quale auspichiamo una rapida e fattiva conclusione e nel cui contesto si incardinano sia le politiche in favore dello sviluppo rurale, sia quelle in favore della pesca.

Su questi temi tornerò più avanti. Vorrei ora concentrare l'attenzione sui pagamenti diretti, su cui è necessario assumere una serie di importanti decisioni e comunicarle a Bruxelles entro il 31 luglio 2014.

Ovviamente, lo dico sin da ora, conveniamo sul fatto che non possiamo arrivare all'ultimo giorno utile, non possiamo e non voglio attendere così a lungo. Il mondo agricolo ha bisogno di certezze per decidere del proprio futuro e la macchina amministrativa si deve mettere subito al lavoro; questa Pac è sì positiva per l'alto contenuto in sussidiarietà, ma è anche estremamente complicata e i sistemi informativi alla base del pagamento dei premi devono essere completamente riprogettati.

La prima priorità per me è il rispetto e l'accelerazione dei tempi: agli Assessori regionali, che ho incontrato di recente, ho proposto di chiudere entro il 15 maggio 2014, vale a dire un anno prima della data di presentazione della domanda Pac 2015, che segnerà l'avvio della riforma.

Bisogna fare in fretta. E per questo chiedo il contributo fondamentale del Parlamento, delle Regioni e di tutte le Organizzazioni di categoria, in modo particolare di quelle agricole, che saranno chiamate ad offrire un supporto fondamentale al settore, in questo passaggio cruciale.

Prima di entrare più nel dettaglio, consentitemi un'altra considerazione di metodo: il settore ha bisogno di scelte chiare e coerenti, indipendentemente dagli strumenti utilizzati. Per la prima volta abbiamo la possibilità di integrare realmente le varie politiche. Primo e secondo pilastro della Pac fino ad oggi hanno avanzato su due binari paralleli; oggi questo non può più accadere e non può certo rappresentare un alibi il fatto che le politiche di sviluppo rurale sono gestite dalle Regioni.

Entrando più nel dettaglio delle varie scelte, i principi generali su cui intendo muovermi sono i seguenti.
Innanzitutto, la riforma dei pagamenti diretti deve costituire l'occasione più importante per segnare una netta discontinuità con il passato e per correggere una serie di fenomeni distorsivi venutisi a creare in questi anni.
In questo senso deve essere letta la proposta di attuare la convergenza interna dei pagamenti diretti sulla base del cosiddetto metodo irlandese, prendendo in considerazione l'Italia come "regione unica" ed applicando il greening a livello individuale.

In questo modo, i titoli il cui valore unitario si colloca al di sotto della media potranno crescere uniformemente fino a raggiungere nel 2019 il valore unitario del 60% della media nazionale. Allo stesso modo i titoli sopra la media non potranno scendere sotto il 30%.

Altra importante innovazione da introdurre è quella di inserire nel circuito dei pagamenti diretti l'intera superficie eleggibile, cogliendo le possibilità offerte dal nuovo regolamento, ammontante a circa 12,5 milioni di ettari. Se vogliamo creare mobilità fondiaria, favorire l'ingresso dei giovani, garantire la permanenza dell'agricoltura nelle aree marginali e montane e sostenere con decisione la zootecnia, questa è una decisione che deve essere presa. È evidente che tutto questo deve avvenire senza penalizzare i settori e le aree geografiche che, in virtù del passaggio al nuovo sistema di aiuti, sono particolarmente esposti al rischio di riduzione dei margini reddituali imprenditoriali e alle conseguenti ricadute negative in termini di impatti sociali e occupazionali.

In questo contesto, uno dei principali nodi da sciogliere è rappresentato senza dubbio dalla scelta della figura imprenditoriale su cui il Paese vuole concentrare la propria attenzione, per investire pensando a quella che sarà la nostra agricoltura dei prossimi dieci anni.

Su questo, penso sia necessario dividere il territorio in due grandi ambiti:

1. Le aree o i settori ove l'agricoltura produce in prevalenza beni pubblici;
2. Le aree o i settori ove l'agricoltura produce in prevalenza per il mercato.

Ovviamente, le politiche e le scelte da adottare, in funzione di quale agricoltura privilegiare sono ben diverse. Dove l'agricoltura è fondamentale, ad esempio, per la conservazione del paesaggio, la difesa idrogeologica e, più in generale, il mantenimento di un equilibrato rapporto tra pressione antropica ed ambiente, non sarà importante "chi farà cosa", ma che le cose da fare si facciano davvero.

Viceversa, dove l'agricoltura è orientata al consumatore, vicino o lontano che sia, dobbiamo prendere a riferimento la figura imprenditoriale su cui costruire il nostro futuro, con un'attenzione particolare alle imprese in grado di assicurare occupazione, perché il lavoro rappresenta il collante principale per la tenuta socio economica di una comunità.

Altro tema su cui si concentra un grande interesse, è quello dei settori che potranno beneficiare degli aiuti accoppiati.

Quando parlavo di integrazione tra primo e secondo pilastro della Pac, mi riferivo proprio a questo.
Non è possibile pensare di risolvere i problemi dei singoli settori produttivi attingendo al tesoretto degli aiuti accoppiati; non è possibile farlo perché le risorse non basterebbero; non è possibile perché servirebbero interventi più selettivi, concepibili solo nel contesto dello sviluppo rurale.

Senza entrare troppo nel dettaglio, questo discorso può valere per colture simbolo del Made in Italy come il pomodoro, l'olivo e il riso, ma anche altre colture altrettanto strategiche come la barbabietola o il grano duro.
Un discorso a parte merita la zootecnia, a sostegno della quale è necessario intervenire con una molteplicità di interventi, nel cui contesto l'aiuto accoppiato alla produzione ha un ruolo fondamentale, ma non è certo il solo.

Penso, ad esempio, all'importanza di realizzare un piano proteine vegetali su vasta scala, al quale sarebbero associati una serie di importanti obiettivi:
* Il primo, comune a tutto il Paese, è quello di ridurre la dipendenza dall'estero in termini di approvvigionamento di proteine vegetali: oggi si importa il 90% circa delle farine di soia e di girasole, che rappresentano la principale base proteica dell'industria mangimistica italiana;
* Il secondo, comune alle regioni del bacino idrografico del fiume Po, è da ricondurre all'esigenza di ridurre l'inquinamento da nitrati, grazie alla reintroduzione delle rotazioni colturali tra cereali e colture "azotofissatrici";
* Il terzo, comune a tutte le aree del Paese, per offrire una valida alternativa produttiva da avvicendare ai cereali.

Sviluppo rurale e programmi nazionali

Tornando alla decisione della Conferenza Stato-Regioni del 16 gennaio scorso, come sapete è stata raggiunta l'intesa sull'attivazione di quattro misure nazionali sullo Sviluppo Rurale, per un ammontare di risorse finanziarie pari circa 2,2 miliardi di euro.

Ad eccezione del Programma Rete Rurale, le misure nazionali rappresentano una novità assoluta.
Pur essendo queste misure ancora in costruzione (in particolare è in corso la valutazione ex ante e la valutazione ambientale strategica) mi preme informarvi su quali siano le linee che intendiamo sviluppare.
Mi soffermo, in primo luogo, sulla misura Gestione dei rischi la cui elaborazione è più avanzata rispetto alle altre; questo perché sulla necessità che essa si sviluppasse sull'intero territorio nazionale è stata ottenuta, da subito, un'ampia convergenza.

L'impegno dello Stato e delle Regioni sarà quello di estendere il sistema delle assicurazioni, anche attivando i Fondi mutualistici e lo strumento di stabilizzazione del reddito in caso di crisi, premiando nell'accesso le misure di sviluppo rurale per le aziende che vi aderiscono, dando così stabilità economica all'agricoltura italiana e, allo stesso tempo, valorizzando la domanda aggregata di servizi assicurativi per una maggiore concorrenza, che significa maggiore economicità dell'offerta.

Intendo, quindi, dare maggior impulso all'organizzazione di un mercato che contenga i costi e incrementi l'efficacia del programma nazionale di gestione del rischio ed in questo contesto credo rivestirà un ruolo strategico il sistema delle riassicurazioni.

Pur se di importo assai minore, la misura Zootecnia - Biodiversità rappresenta un'occasione per la riorganizzazione del sistema allevatoriale, rispettoso del principio di separazione fra le attività di miglioramento genetico e conservazione della biodiversità, poste a carico nazionale, da quelle di consulenza aziendale da attivare a livello regionale. La misura dovrà, inoltre, essere diretta alla riduzione e ottimizzazione dei costi, in particolare di quelli relativi ai diversi controlli, attraverso una riorganizzazione del sistema da concordare con il Parlamento e le Regioni.
Infine, per quanto riguarda il Piano irriguo, l'intesa del 16 gennaio 2014 è stata raggiunta sulla spesa di 300 milioni di euro; tuttavia stiamo lavorando affinché le risorse disponibili possano essere integrate grazie al contributo del Fondo sviluppo e coesione, da attivare nel contesto dell'Accordo di partenariato 2014 - 2020.

Sarà un programma sull'intero territorio nazionale, suddiviso in due macro aree, Sud e Centro nord, dove tutti i possibili beneficiari saranno posti in concorrenza tra di loro, in discontinuità con il passato, dove il fabbisogno di investimenti irrigui scontava parametri di riparto dei fondi ormai non più utilizzabili.

La rimanente quota di finanziamenti dello sviluppo rurale (18,8 miliardi) dovrà essere utilizzata dalle Regioni, attraverso i PSR. Al riguardo ci stiamo impegnando in una intensa opera di semplificazione e monitoraggio della spesa. Non possiamo assolutamente permetterci, in questa fase decisiva per l'aggancio della ripresa economica, né di perdere risorse finanziarie, né di spenderle in modo episodico e non finalizzato alle priorità che ci siamo dati.
Per tutti questi motivi, ribadisco qui l'impegno di una concertazione frequente con gli Assessori regionali, per condividere ed affrontare risolutamente i problemi di utilizzo delle risorse comunitarie.

2. Crescita del Made in Italy e tutela dei prodotti di qualità

Come ho detto in precedenza, quasi il 70% circa dell'export agroalimentare è rappresentato da prodotti di punta che costituiscono l'eccellenza del Made in Italy.

Per questo motivo, una delle priorità dell'azione di Governo sarà quella di far crescere, valorizzare e aumentare la presenza nel mercato mondiale i prodotti italiani di qualità.

Su questo versante è già in fase di progettazione la creazione di un Marchio nazionale dell'agroalimentare, a partire dai prodotti Dop. Attraverso un marchio specifico, il sistema produttivo italiano potrà avere una migliore e chiara qualificazione, agendo in un mercato caratterizzato da una profonda integrazione a livello internazionale e da una concorrenza sempre più aggressiva e, in alcuni casi, non pienamente rispondente alle regole della concorrenza leale.

Al contempo, tale strumento potrà contribuire al contrasto ai fenomeni della contraffazione internazionale e dell'italian sounding, che danneggiano gravemente i nostri operatori e penalizzano i consumatori mondiali che, spesso, sono ingannati o fuorviati dalle etichette con riferimenti falsi o non veritieri circa un presunto legame con l'Italia, nella realtà inesistente.

Dunque, la riconoscibilità del vero prodotto italiano assume un ruolo decisivo, per assicurare, allo stesso tempo, condizioni di mercato leali e corretta informazione per i consumatori.
Su questo processo si innesterà una forte azione di promozione, che rappresenta una parte fondamentale della strategia volta ad aumentare la conoscenza dei veri prodotti italiani, a favorire le occasioni per apprezzarli e distinguerli nel mercato dai falsi.

Contestualmente sarà rafforzata l'azione di tutela e difesa dei prodotti italiani di qualità. Attualmente, il sistema nazionale dei controlli ufficiali è composto da diversi organi che assicurano, in ogni fase del ciclo di produzione e consumo, qualità, genuinità, salubrità e igiene degli alimenti per proteggere la salute e gli interessi dei consumatori. Solo nel 2013 abbiamo fatto più di 130.000 controlli ed abbiamo un sistema studiato nel mondo, dobbiamo essere consapevoli di quello che abbiamo creato in questi anni, pur in un contesto difficile.

Il comparto agroalimentare italiano ha nella rete dei controlli un fattore decisivo di credibilità.
I risultati di eccellenza raggiunti dai nostri produttori negli ultimi 20 anni sono stati resi possibili grazie ad una capillare e attenta azione di verifiche, controlli e sanzioni che hanno assicurato i consumatori nazionali ed esteri della qualità complessiva delle nostre produzioni.

Si tratta ora di mantenere alto il livello qualitativo dei controlli, che il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali svolge attraverso l'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari ICQRF, il Corpo forestale dello Stato, le Capitanerie di Porto - Guardia Costiera e i Carabinieri delle Politiche Agricole Alimentari ed allo stesso tempo espandere in Europa il contrasto alle frodi ed alle usurpazioni delle nostre denominazioni protette.

L'ICQRF ha attivato in questi mesi le procedure ex Officio nel Regno Unito, in Francia, Olanda e Belgio, su produzioni quali il Parmigiano reggiano, il prosciutto San Daniele e l'olio Toscano, solo per fare alcuni esempi: è il segnale che la tutela delle nostre produzioni di qualità può essere fatta in modo efficace e, anzi, può ulteriormente allargarsi se il Ministero potrà contare su risorse finanziarie certe per la sua operatività.

È però necessario un potenziamento degli uffici per impedire che la lotta contro le frodi e il falso Made in Italy subisca un rallentamento.

È indispensabile inoltre che il Legislatore affronti il tema della concentrazione delle competenze sui controlli, chiarendo il ruolo delle amministrazioni statali e regionali e imponendo regole chiare alle Forze di polizia in materia di eliminazione delle duplicazione dei controlli.

La stratificazione dei soggetti controllori, in buona parte discendente dall'assetto derivante dal Titolo V della Costituzione, ha reso il sistema costoso per lo Stato e per le imprese, che non di rado sperimentano duplicazioni nei controlli.

Infine, è necessario creare un assetto normativo sanzionatorio più semplice ed efficace.
Nonostante gli sforzi fatti nelle passate legislature, il quadro sanzionatorio nell'agroalimentare è ancora spesso confuso e complesso. La revisione della normativa di settore è quindi una necessità, specie per i comparti vino, olio e biologico.

3. Misure per la Competitività e l'occupazione

Il disegno di legge collegato alla legge di stabilità 2014, attualmente all'esame in Parlamento, prevede importanti misure finalizzate a favorire la competitività delle imprese del settore, tra le principali voglio richiamare:

* il credito d'imposta per la creazione di piattaforme distributive all'estero dei prodotti Made in Italy;
* gli interventi per lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile in agricoltura;
* l'incremento delle risorse per finanziare l'innovazione tecnologica delle imprese agricole che partecipano a contratti di rete e l'accesso di tali imprese ai finanziamenti europei;
* la riduzione a un terzo dei termini per i procedimenti amministrativi relativi all'apertura di nuove imprese agricole;
* la possibilità per enti locali e istituzioni sanitarie di stabilire nei bandi per le mense criteri di preferenza per i prodotti dell'agricoltura sociale e derivanti da filiera corta;
* riforma delle regole di mercato per le organizzazioni di produttori e degli organismi interprofessionali
* la delega per l'allineamento dell'ordinamento nazionale agli orientamenti comunitari in materia di gestione del rischio in agricoltura e di regolazione dei mercati;
* il rilancio dei settori produttivi del pomodoro e del riso.

In questo scenario, intendo fare uno sforzo maggiore nella direzione della semplificazione e sburocratizzazione dei processi amministrativi e commerciali per consentire alle imprese di raggiungere più rapidamente clienti e mercati.
 
Sotto il profilo dei controlli e delle sanzioni, oltre al più vasto e necessario riordino delle competenze tra Stato e regioni e tra le diverse Amministrazioni che oggi intervengono sulle imprese, riordino che passa necessariamente attraverso la revisione del Titolo V della Costituzione, proporremo subito una semplificazione attraverso la dematerializzazione dei registri da vidimare ed un largo uso dello strumento della diffida, per ridurre i contenziosi per le violazioni meramente formali che tanto infastidiscono gli imprenditori.

La semplificazione della normativa vigente passerà anche attraverso la definizione di Testi Unici, qui voglio ricordare lo sforzo interessante che si sta facendo sul fronte del vino.

Sono certo che la collaborazione fattiva ed il contributo delle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato possa arricchire il provvedimento di nuovi e importanti strumenti a favore della competitività delle imprese.

Riflettiamo comunque insieme sulla possibilità di individuare strumenti più rapidi che consentano di accelerare l'approvazione di alcune disposizioni del collegato, in linea con i tempi indicati dal Presidente del Consiglio.
Per quanto riguarda il lavoro, l'agricoltura a mio avviso da troppo tempo necessita di interventi strutturali che consentano di favorire nuova occupazione. Nell'ambito dei provvedimenti in materia di lavoro recentemente proposti dal Governo è importante che in sede Parlamentare si dia un segnale forte anche per l'agricoltura favorendo:

* Meccanismi incentivanti l'assunzione di giovani
* I contratti di inserimento/apprendistato da estendere ed adattare alle peculiarità dei contratti collettivi nazionali di settore.
* Misure per la stabilizzazione dell'occupazione agricola, introducendo un sistema di incentivi/sanzioni che aumenti la convenienza verso forme di assunzione a tempo indeterminato.
* L'estensione della riduzione del cuneo fiscale ai rapporti di lavoro agricoli stabili.
* Un credito d'imposta sulle spese sostenute dai giovani agricoltori per l'affitto di terreni agricoli. Si tratta di una misura di grande rilevanza per consentire ai giovani agricoltori l'accesso al fattore produttivo "terra" e quindi per intraprendere e sfruttare le economie di scala e dimensionali che caratterizzano la conduzione dei terreni agricoli.

4. Rafforzare il ruolo dell'Italia in sede europea e internazionale.

A livello europeo, nella seconda parte del 2014, il Ministero sarà impegnato nell'esercizio della Presidenza di turno del Consiglio dell'Unione europea. In tale contesto, ci adopereremo per garantire la tutela degli interessi nazionali con riferimento, in particolare, alla definizione di disposizioni che contengano adeguate garanzie di trasparenza nella produzione e commercializzazione dei prodotti di qualità.

Dico subito che è nostra intenzione mettere in forte relazione la Presidenza italiana con il grande appuntamento di Expo 2015. Credo sia per il nostro Paese una grande opportunità e a tal fine, voglio annunciare in questa sede che vogliamo dedicare il Consiglio informale dei Ministri dell'Unione europea previsto a fine settembre proprio alla grande sfida "Nutrire il Pianeta, Energia per la vita".

Durante il Semestre di Presidenza è mia intenzione affrontare alcuni dossier strategici per il settore agricolo italiano, quali, a titolo esemplificativo, la riforma del settore biologico, dei sistemi di controllo fitosanitari, l'Ocm ortofrutta e la possibile riapertura del dossier OGM, orientata verso una modifica della normativa europea che conceda maggiore autonomia agli Stati Membri in materia di coltivazione di piante OGM.

Per quanto riguarda il settore del biologico, la riforma sarà l'occasione per rivedere le regole per le importazioni dei prodotti biologici e introdurre controlli più stringenti e armonizzati tra i diversi Stati Membri. La Commissione dovrà fornire agli Stati Membri strumenti adeguati, al fine di non consentire che siano commercializzati, utilizzando il logo europeo, prodotti ottenuti nei Paesi Terzi senza rispettare tutte le regole imposte ai produttori europei.

A mio avviso non devono essere rimessi in discussione i principi fondamentali dell'agricoltura biologica che tutelano le peculiarità e le vocazioni dei territori, deve comunque essere garantita una certa flessibilità, con un approccio che migliori la qualità del prodotto biologico sul mercato

In merito alla riforma del settore fitosanitario, il 6 maggio 2013 la Commissione Europea ha presentato la proposta di riforma con l'obiettivo di migliorare le garanzie dei prodotti presenti sul mercato europeo e favorire il commercio internazionale.

Il semestre di presidenza italiana della UE rappresenterà quindi l'occasione per contribuire alla prosecuzione dei lavori di questo importantissimo dossier, che sta diventando sempre più strategico per il commercio internazionale, anche per evitare ogni possibile forma di speculazione sull'utilizzo a volte improprio delle barriere fitosanitarie. Ne abbiamo parlato con i colleghi a Bruxelles proprio nei giorni scorsi e ci sono accordi, come ad esempio quello di libero scambio con gli Stati Uniti, su questo fronte ci giochiamo buona parte della partita nel negoziato.
Per il settore ortofrutticolo, saranno approfondite le tematiche rilevanti evidenziate dalla Commissione nel Report sullo stato dell'OCM ortofrutta. In tale ambito si inserisce il dossier "frutta e latte nelle scuole" che avrà un approfondimento ulteriore nel corso del Semestre, continuando il lavoro preparatorio effettuato dalla Presidenza Greca.

La questione OGM è di grande interesse e sensibilità. Stiamo pertanto lavorando, d'intesa con i Ministeri dell'Ambiente e della Salute, per ottenere, già nella riunione del Consiglio dei Ministri dell'Ambiente del 12 giugno prossimo, o al più tardi durante il semestre di nostra Presidenza, la tanto attesa modifica della normativa comunitaria (Direttiva 2001/18 e Regolamento 1829/2003) per consentire la piena facoltà agli Stati Membri di decidere liberamente sulla ammissibilità della coltivazione degli OGM.

In questo senso ho ricevuto rassicurazioni anche dal Commissario europeo Borg, incontrato di recente nel corso dei lavori del Consiglio dei Ministri dell'agricoltura a Bruxelles.

Dico anche che uno dei grandi temi da sviluppare è quello di un piano della ricerca italiana in campo agricolo e agroalimentare sfruttando alcune occasioni che non abbiamo sfruttato fin qui. Faccio riferimento in particolare a Horizon 2020, alle nuove opportunità che arrivano dalla Pac 2014-2020 con le partnership innovative europee, con 4 miliardi di euro di finanziamenti, allocati su questi percorsi e che anche l'Italia deve utilizzare al meglio, insieme anche alle linee di indirizzo del nostro Cra.

In riferimento al settore del latte, a livello comunitario ci sarà la cessazione del regime delle quote a partire dal 1 aprile 2015. È evidente che occorrono appropriate misure di accompagnamento, al momento non previste, in particolare per le aziende che si trovano nelle zone più svantaggiate e che potrebbero non essere in grado di confrontarsi con la concorrenza delle aziende situate nelle regioni più favorite. La Commissione europea presenterà una relazione di impatto entro il prossimo giugno, ma è a tutti evidente che gli strumenti messi in campo con la recente riforma della Pac, a cominciare dalle misure di gestione delle crisi, non appaiono adeguate allo scopo.
Per questo ho intenzione di approfondire l'analisi del settore, anche attraverso uno studio d'impatto che ponga al centro dell'attenzione il contesto italiano. In ogni caso, il tema sarà approfondito nel corso del semestre di Presidenza italiana.

Inoltre, ribadisco che il Governo, ed io in prima persona, vuole porre in atto ogni utile azione per risolvere il contenzioso con l'Unione europea sul recupero dei prelievi arretrati addebitati e non pagati, anche per evitare che la procedura di infrazione avviata al riguardo, possa sfociare in ulteriori onerosi esborsi per il contribuente italiano.
Sono convinto, inoltre, che la mancata riscossione dei prelievi arretrati dovuti per somme importanti, da un numero ristretto di allevatori, rappresenti una grave discriminazione nei confronti degli allevatori che hanno rispettato la quota loro assegnata e che hanno versato correttamente il prelievo dovuto per il superamento del proprio quantitativo di riferimento individuale.

A livello internazionale, la dichiarazione finale della Conferenza Ministeriale di Bali, MC9, dello corso dicembre (Organizzazione Mondiale del Commercio, OMC), ha previsto il "post Bali work", volto a stabilire "un chiaro programma di lavoro" nel 2014 per il futuro dell'Organizzazione ginevrina, comprendente tutti i negoziati, specie quelli più controversi e complessi come quello delle Indicazioni Geografiche.

Un'attenzione particolare la riserverò affinché le Indicazioni Geografiche siano parte del programma di lavoro post Bali, sulla base delle considerevoli ambizioni italiane, inerenti la loro imprescindibile protezione internazionale contro i crescenti fenomeni di contraffazione, tema, peraltro, sensibile per altri Paesi europei e non, membri dell'OMC.
Analoga posizione sarà mantenuta anche in ambito degli accordi bilaterali negoziati dalla Commissione europea, dove oltre alla difesa del riconoscimento delle nostra Indicazioni Geografiche, mi impegnerò a ribadire la necessità di ridurre le barriere non tariffarie che ostacolano le esportazioni dei nostri prodotti verso i Paesi Terzi, in particolare le barriere fitosanitarie che spesso vengono attivate da tali Paesi in modo improprio.

Nel corso del mio mandato mi impegnerò a monitorare gli effetti di accordi di libero scambio in itinere e in fase di definizione, ed in particolare quelli con il Canada, con gli Stati Uniti e con il Giappone, affinché siano tutelati al massimo livello gli interessi nazionali in modo che gli accordi diventino reali opportunità di crescita per l'agroalimentare italiano.

Infine, vorrei sottolineare l'impegno a risolvere il problema del controllo del sistema dei nomi di dominio, ora gestito da ICAAN in modo da continuare a preservare anche in internet i diritti di proprietà intellettuale, in particolare le Denominazioni di Origine e le Indicazioni Geografiche. Tema di cui si parla poco, ma di straordinaria importanza, e i segnali ricevuti nelle ultime ore non sono confortanti per la tutela delle nostre denominazioni.

5. Assicurare trasparenza ed efficienza dell'azione amministrativa.

Nel corso del mio mandato mi impegnerò per garantire trasparenza ed efficienza dell'azione del Ministero e degli enti vigilati.

Stiamo mettendo a punto specifiche misure per assicurare la conoscenza, da parte dei cittadini e delle imprese, dei servizi resi dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, favorendo quel processo di controllo diffuso di ogni fase del ciclo di gestione della cosiddetta performance necessario per la prevenzione dei fenomeni corruttivi e la promozione della cultura della legalità e dell'integrità.

Ho già invitato la dirigenza e i funzionari del Ministero a rispettare e attuare le misure e le azioni adottate con il Piano triennale di prevenzione della corruzione nonché ad assicurare la corretta osservanza delle disposizioni recate dai decreti legislativi nn. 33 e 39 del 2013.

All'impresa non importa capire di chi è la competenza; l'impresa chiede chiarezza, serietà, trasparenza e, soprattutto, tempi certi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione.

In tal senso, con la riorganizzazione degli uffici sarà garantita una migliore allocazione delle risorse umane e strumentali per assicurare la massima efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa nei confronti degli utenti.
Inoltre, stiamo predisponendo un Piano di riordino e di riduzione delle società e degli enti vigilati dal Ministero, al fine sia di contribuire alla riduzione della spesa pubblica, sia di consentire una maggiore efficienza nei servizi alle imprese e nelle attività di ricerca e sperimentazione. Tale Piano sarà condiviso e discusso in seno alle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato.

Ho intenzione di predisporre una specifica direttiva a tutti gli Enti vigilati per rendere trasparenti le procedure di selezione del personale a tutti i livelli, premiando la competenza, la professionalità e il merito. Un primo atto concreto in questo senso è stato l'avviso pubblico proposto dal Ministero per la selezione del Presidente dell'Ismea. Il dossier cruciale su Agea-Sin è alla nostra massima attenzione. Su questo fronte non ho alcun dubbio nel dire che dobbiamo ripensare quel modello, immagino, dopo una fase di analisi ragionata e seria della situazione, interventi anche a breve che possano iniziare questo percorso. Mi è del tutto evidente che passa anche da questa riforma la credibilità del sistema istituzionale del nostro lavoro nel rapporto diretto con le imprese del settore.

6. EXPO 2015

L'Esposizione Universale di Milano 2015 sarà un'importante occasione di rilancio dell'economia del nostro Paese, all'interno della quale l'agroalimentare italiano sarà ampiamente rappresentato.
Abbiamo portato a maturazione nei giorni scorsi il lavoro predisposto negli ultimi mesi, abbiamo firmato uno protocollo molto importante con Expo Spa e Padiglione Italia, siamo nelle condizioni di poter costruire certi percorsi di protagonismo diretto del settore agricolo e agroalimentare dentro la piattaforma espositiva di Expo.
In particolare, Padiglione Italia realizzerà il Padiglione dell'esperienza vitivinicola italiana in un apposito e riconoscibile spazio autonomo dedicato, mentre Expo 2015 Spa favorirà la rappresentazione delle filiere agroalimentari, mettendo a disposizione uno spazio dedicato per la realizzazione di un Padiglione specifico.

Nel corso dell'esposizione, il Ministero avrà un proprio spazio di rappresentanza anche per iniziative istituzionali e promuoverà i seguenti principali progetti:

a. Progetto start-up. Saranno previsti spazi fisici all'interno di Padiglione Italia ed eventi per la valorizzazione delle start up nel settore agricolo e agroalimentare individuate dal Ministero attraverso un Bando specifico.

b. Progetto "Formazione". Sarà realizzato, con il supporto delle Università, dell'ISMEA e del CRA, un Master in campo agroalimentare per 100 giovani neolaureati in discipline riferibili al settore agricolo e agroalimentare.

c. Progetto "le eccellenze italiane". Il Ministero attiverà uno specifico Bando di gara per la selezione, nelle diverse filiere agricole e agroalimentari, di nuovi progetti con elevato contenuto di innovazione che saranno presentati nel corso dell'esposizione.

d. Progetto "Promozione del Made in Italy". Eventi dedicati alla promozione delle produzioni nazionali di qualità (DOP). Eventi dedicati al settore del biologico. Promozione del Marchio identificativo della produzione nazionale
Infine, come eredità culturale di Expo Milano 2015, il MIPAAF e il MIUR avvieranno un progetto per sperimentare un Programma di Educazione Alimentare nelle scuole.

7. PESCA

Su questo tema vogliamo impegnarci molto, perché grandi sono le sfide che ci aspettano. Sul fronte delle normative nazionali, l'Amministrazione si impegnerà per attuare il Programma nazionale triennale della pesca e dell'acquacoltura 2013-2015, con la collaborazione di vari enti ed Associazioni di categoria. In particolare, verranno rafforzate le azioni dirette alla cooperazione e all'associazionismo al fine di sostenere le azioni di sviluppo della concorrenza e della competitività delle imprese di pesca nazionali singole e associate, nonché per il sostegno all'occupazione nel settore.

Tali interventi consentiranno, quindi, nel periodo a venire, di sostenere nel migliore dei modi il comparto ittico in un particolare momento di congiuntura economica sfavorevole e di crisi finanziaria strutturale.
A livello europeo, la nuova Politica Comune della Pesca (PCP), in vigore dal 1 gennaio 2014, presta particolare attenzione a nuovi e più efficaci strumenti in grado di garantire la conservazione a lungo termine degli stock ittici.
Accanto al regolamento di base per la nuova PCP, il varo della nuova Organizzazione Comune di Mercato (OCM) fornirà, per il periodo a venire, l'occasione per rilanciare il ruolo delle organizzazioni di produttori sul mercato, nell'ambito di una più capillare azione di informazione dei consumatori.
Uno degli argomenti più rilevanti all'ordine del giorno dei lavori della Commissione Europea continuerà ad essere poi l'analisi del fenomeno della pesca illegale e l'armonizzazione dei sistemi di monitoraggio, sorveglianza e controllo delle attività di pesca.

Nel semestre di Presidenza italiano dell'Unione Europea, sarà opportuno esaminare gli aspetti operativi della normativa per la pesca nel Mediterraneo, anche nell'ottica di un eventuale rideterminazione di alcune criticità.
Per quanto attiene al futuro strumento finanziario della pesca (FEAMP), giova ricordare che la nuova proposta riprende sostanzialmente i principi dell'attuale Fondo Europeo Pesca (FEP) integrandolo con norme generali comuni ad altri fondi. L'adozione del relativo regolamento è prevista per il prossimo mese di aprile.
Vorrei ricordare che, nella sessione dello scorso mese di luglio, il Consiglio ha raggiunto anche un accordo politico generale, che include i criteri di ripartizione delle risorse finanziarie tra gli Stati membri. Al riguardo, sono state quindi poste le premesse per garantire al nostro Paese, nel periodo 2014-2020, un ammontare di fondi sostanzialmente invariato rispetto a quello messo a disposizione sino alla fine di quest'anno, comprese le iniziative destinate ai controlli ed alla raccolta dei dati scientifici.

8. Settore Ippico

L'ippica italiana, che attraversa da anni una situazione di grave sofferenza economica, ulteriormente inasprita dalla attuale crisi finanziaria del Paese, può ancora trovare occasione di rilancio nell'attuazione di politiche di settore che siano espressione di quella esigenza di cambiamento di mentalità auspicato dagli stessi operatori e reso necessario dal mutato contesto economico.

Il sistema ippico può essere innovato al meglio soltanto attraverso un processo di adeguamento e di riposizionamento all'interno del mercato di tutte le sue componenti che renda sostenibile il perseguimento degli obiettivi di selezione e di rinnovamento del comparto: dare impulso a corse, ippodromi e scommesse di qualità e assicurare professionalità degli operatori e certezza delle regole per garantire il rispetto del cliente e conferire nuova immagine all'ippica italiana, invertendo il giudizio negativo ampiamente diffuso nell'opinione pubblica.

9. Decreto-legge terra dei fuochi.

In questa sede mi piace anche ricordare il lavoro che si è svolto e si sta svolgendo per attuare il decreto-legge n. 136 del 2013, sulla cosiddetta "Terra dei fuochi".

Vorrei innanzitutto ribadire che il Governo è determinato a fare assoluta luce sulla vicenda, ponendo fine alla babele di informazioni che non comunicavano tra di loro e non consentivano di avere nemmeno un'idea, non dico una fotografia completa, del problema. È evidente che una indagine realizzata in 60 giorni non può essere considerata come "finale", ma come l'inizio di un percorso, che, per la prima volta, ha un'agenda definita e scadenzata e la massima attenzione del Governo italiano.

Ricordo che per trasparenza renderemo pubblico ogni passo, come abbiamo fatto con la relazione del gruppo di lavoro, pubblicata sul sito del Ministero. E questo è importante perché abbiamo imposto i primi divieti, con il decreto firmato l'11 marzo, che è in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Come ho detto anche ieri alla Camera nel corso del question time, ritengo che il Governo debba proporre delle integrazioni al decreto, rese necessarie proprio dall'importante lavoro che è stato condotto in questi mesi, prevedendo eventualmente la riapertura dei termini per le indagini in loco per tutti i siti oggi coperti dal segreto istruttorio e inasprendo le norme sulla confisca dei beni per quei soggetti che hanno tratto profitto devastando il territorio. Bisogna poi favorire il completamento della rete infrastrutturale irrigua per consentire l'allacciamento di tutti i terreni alle acque, sicure e controllate, provenienti dai consorzi pubblici.

10. Conclusioni

Vorrei infine porre l'attenzione sul metodo con cui gli obiettivi che ho illustrato potranno essere raggiunti.

La condivisione, il confronto e la concertazione saranno metodi largamente utilizzati, non saprei fare questo lavoro senza questo approccio, come spero di aver reso evidente in queste prime settimane. Le deleghe immediate al Viceministro ed al Sottosegretario, per fare un esempio, testimoniano la volontà di far squadra, lavorare insieme, mettere tutti nella condizione di fare il meglio possibile. Credo fortemente nell'importanza del confronto e della collaborazione con il Parlamento e con le Commissioni Agricoltura in particolare, perché questo è il luogo sovrano del confronto politico dove abbiamo la straordinaria opportunità di condividere e migliorare le scelte chiave di cui ha tanto bisogno il nostro Paese.
 
Abbiamo da sviluppare un piano di azione che nel breve può sviluppare degli interventi funzionali al grande obiettivo che ci siamo dati che è quello di far riprendere la competitività del Paese, reagendo al passaggio difficile che abbiamo attraversato in questi anni. Allo stesso tempo bisogna portare avanti un lavoro di scenario e di prospettiva strategica, ed io credo che si possa creare insieme una cornice unitaria di questi interventi e ripartirci bene compiti, tempi e funzioni. In questo senso spero di essere stato esaustivo e assicuro la mia completa collaborazione anche nei prossimi passaggi. 


 
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