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8. La Biblioteca

La prima istituzione della Biblioteca risale al 1860, con la nascita a Torino del Ministero dell'agricoltura, industria e commercio. Concepita allora come biblioteca di servizio per gli impiegati del Ministero, trova una nuova sistemazione nel 1871 nel Palazzo della Stamperia. Grazie a studiosi e uomini di cultura, tra Ministri e dirigenti amministrativi, essa si apre agli studiosi esterni e arricchisce notevolmente il suo patrimonio bibliografico. Nel 1913 viene collocata nella sede di via XX Settembre.
Il numero delle opere è passato da 1030 (nel 1860), a 23.000 (nel 1890), poi a 75.000 (nel 1908), quindi a 150.000 (nel 1913), per raggiungere quota 750.000 (nel 1957) fino all'attuale milione di volumi.

La Biblioteca storica

Fin dal 1848, anno di nascita del Ministero dell'agricoltura e del commercio, particolare considerazione fu data alla raccolta di opere e di pubblicazioni provenienti dalle aree scientifiche, tecniche e giuridiche comunque collegate con il mondo dell'agricoltura.

La prima istituzione della Biblioteca risale al 1860, con la nascita a Torino del Ministero dell'agricoltura, industria e commercio e nel decennio 1860-70, sotto la guida di Carlo Ohlsen, inizia l'acquisizione delle opere più antiche e prestigiose. Fiore all'occhiello è rappresentato dagli studi per l'attuazione della bonifica territoriale e per l'irrigazione.

Concepita allora come biblioteca di servizio per gli impiegati del Ministero, trova una nuova sistemazione nel 1871 nel Palazzo della Stamperia. Grazie a studiosi e uomini di cultura, tra Ministri e dirigenti amministrativi, essa si apre agli utenti esterni e arricchisce notevolmente il suo patrimonio bibliografico. Nel 1913 viene collocata nella sede di via XX Settembre e nel primo ventennio del '900 si arricchisce di opere di diritto medioevale e di statuti che tramandano gli usi, le tradizioni e le consuetudini locali. Il numero delle opere è passato da 1030 (nel 1860), a 23.000 (nel 1890), poi a 75.000 (nel 1908), quindi a 150.000 (nel 1913), per raggiungere quota 750.000 (nel 1957) fino all'attuale milione di volumi.

Tra il 1923 ed il 1929, la Biblioteca acquisisce numerosi lavori scientifici riguardanti in particolar modo statistiche sui lavoratori, sulle malattie professionali e sui primi scioperi. In questo periodo muore Cesare De Cupis, noto economista e studioso delle problematiche dell'Agro Romano, che destina alla Biblioteca una dettagliata raccolta di trattati e studi sulla campagna romana e sui suoi problemi.

Il patrimonio librario della Biblioteca, pur essendo specializzato, non è settorializzato e si apre ad una visione sociale, giuridica ed anche letteraria del fenomeno agricolo.

La Biblioteca possiede un pregiato fondo antiquario. Si tratta di circa cento 'cinquecentine', purtroppo non in legatura originale, ma prevalentemente custodite da una copertina pergamenata risalente al XVIII secolo. Tra esse vanno annoverate quelle della compilazione giustinianea, con la glossa dei giuristi dell'Università di Bologna (1300), e circa centoventi referenze bibliografiche riguardanti la storia agraria in generale di Lucio Giunio Moderato Columella, agronomo latino del I secolo d.C.. La parte storica della Biblioteca contiene inoltre numerosi volumi provenienti dallo Stato Pontificio, in particolare una nutrita giurisprudenza del Tribunale della Sacra Rota.

Tra le opere francesi va annoverata la collezione completa in quindici volumi dell'opera dell'Abate De Malby, inusitata e stampata su carta di fibre vegetali di canapa, datata 1795. Le opere del '700, complessivamente, ammontano a circa un migliaio, mentre quelle ascrivibili al secolo precedente sono più di duecento. Il Ministero che, bisogna ricordarlo, sorse come Ministero del Commercio e dell'Agricoltura, dispone anche di una ragguardevole raccolta di libri di materie economiche esistenti in Italia.

Tratto da Agricoltura, n. 238; a cura di Stefano Cazora

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