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Cavallo Avelignese

cavallo avelignase

Origine, diffusione e allevamento
L'origine ufficiale della razza Avelignese (Haflinger) risale al 1874 anno in cui in Val Venosta (Sud Tirolo) nacque lo stallone Folie 249 dall'accoppiamento tra il purosangue orientale El Bedawi XXII ed una cavalla indigena.
Dalla zona d'origine l'Haflinger si è diffuso con pari intensità sia a nord, Austria e Germania sia su tutto il territorio nazionale compreso il Sud Italia dove nuclei di selezione compaiono già nei primi anni del corrente secolo.
Attualmente l'Avelignese viene allevato in tutti i continenti, Australia compresa, dove dimostra non comuni doti di adattabilità.
In Italia attualmente la popolazione è stimabile in oltre 13.000 capi.
 
Caratteri etnici
L'Haflinger è un cavallo di media statura, equilibrato nei diametri, elegante nel portamento, vivace, docile al comando e sicuro nell'andatura.
Il mantello è sauro, da preferire nella gradazione dorata, con crini e coda chiarissime caratteristiche queste che legate all'espressività tipica del progenitore arabo lo rendono facilmente riconoscibile ed apprezzabile anche agli ippofili meno esigenti.
 
Selezione
Il Libro Genealogico del cavallo di razza Avelignese è stato istituito con D. M. 15.6.1973.
La selezione si propone di valorizzare le doti di docilità, resistenza, nevrilità, attitudine all'attività di turismo equestre, attraverso la scelta di stalloni e fattrici che trasmettono geneticamente alla discendenza queste caratteristiche.
Per essere iscritto ai Libro genealogico di Razza ed avere la qualifica di riproduttore il candidato deve possedere requisiti genealogici biometrici e valutativi. Quelli genealogici sono relativi al possesso di cinque generazioni di ascendenti di razza pura.
Quelli biometrici di possedere un'altezza minima al garrese di cm 134 per la femmina e 137 cm per i maschi.
Il miglioramento genetico della razza equina Avelignese passa attraverso la rigorosa applicazione di uno schema riproduttivo che diffonda nella popolazione, con sempre maggiore frequenza, soggetti rispondenti alle caratteristiche delineate dagli obiettivi che la selezione intende perseguire.
La riproduzione, momento tecnico in cui viene operata la selezione, è garantita dal minimo numero di stalloni sufficiente a coprire il fabbisogno in monta naturale e artificiale della razza. Tale numero viene definito annualmente dalla C.T.C. in funzione delle fattrici alla monta e della loro distribuzione sul territorio nazionale. Il parco stalloni viene inoltre rinnovato con un ritmo che garantisca contemporaneamente un adeguato sfruttamento degli stalloni miglioratori senza trascurare il necessario ricambio generazionale. Anche il numero dei giovani stalloncini che rimontano il parco stalloni viene definito annualmente dalla C.T.C. tenendo in considerazione le esigenze riproduttive della razza.
L'Associazione Nazionale, mediante apposita delibera, identifica annualmente gli animali rientranti nelle categorie definite «padri di stalloni» e «madri di stalloni». Questi animali, attraverso accoppiamenti programmati, producono i soggetti maschi candidati alla rimonta del parco stalloni.
La scelta dei riproduttori definiti «padri di stalloni» e «madri di stalloni» viene operata dalla Commissione Tecnica Centrale considerando in modo indipendente due caratteri obiettivi di selezione: lo sviluppo e la morfologia. Per entrambi questi caratteri la selezione si avvale delle valutazioni BLUP-Animal Model per l'altezza al garrese e i caratteri morfologici lineari che annualmente la Nazionale elabora in forma ufficiale.
Tra tutti gli stalloncini nati da accoppiamenti programmati e sottoposti a valutazione morfologica lineare a trenta mesi di età, verranno scelti i migliori da destinare alla rimonta del parco stalloni nel numero definito dalla Commissione Tecnica Centrale. Oltre agli stalloncini prodotti dagli accoppiamenti programmati, la Commissione Tecnica Centrale potrà prendere in considerazione anche un numero limitato di soggetti nati da altri accoppiamenti, purché con indici genetici per lo sviluppo e morfologia superiori a soglie annualmente definite dalla stessa Commissione Tecnica Centrale. (Fonte: A.I.A. - Schede tecniche per la gestione dell'allevamento equino - 1995)

 
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