Culatello di Zibello DOP*


Il prodotto
Il Culatello di Zibello DOP è un insaccato
stagionato crudo, ottenuto dalle cosce di suini appartenenti alle razze Large
White, Landrace Italiana e Duroc. La zona di produzione di
questa DOP ricade nei comuni di Polesine-Zibello, Busseto, Zibello, Soragna,
Roccabianca, San Secondo Parmense, Colorno e parte del comune di
Sissa-Trecasali in provincia di Parma in Emilia-Romagna.
Metodo di produzione
Dalla coscia dell'animale adulto,
privata di osso e della cotenna, si separa il cosiddetto "fiocco". Il taglio
ottenuto viene cosparso di sale e massaggiato in maniera energica per
consentire un assorbimento uniforme ed omogeneo. Il Disciplinare di produzione
stabilisce che l'operazione di salagione abbia una durata variabile da uno a
sei giorni. Per l'insaccatura si utilizzano vesciche o budelli naturali suini.
Una volta insaccato, il Culatello viene legato strettamente con corda naturale
per non lasciare sacche d'aria. Si procede quindi con la stagionatura che
avviene in cantine umide e ben areate, per almeno 10 mesi, ma può protrarsi
anche più a lungo. La stagionatura del Culatello di Zibello DOP continua anche
in estate, quando il caldo e l'afa, che sono propri delle sue zone, lo
arricchiscono ulteriormente di sapore e profumo. L'umidità dell'aria, infatti,
favorisce la lenta formazione delle muffe nobili, elemento fondamentale per
ottenere un salume morbido e profumato.
Aspetto e sapore
Dalla tipica forma a pera e un
peso che può variare dai 3 ai 5 kg, il Culatello di Zibello DOP presenta al
taglio un colore rosso uniforme, mentre il grasso compreso tra i diversi fasci
muscolari è di colore bianco. Al palato il gusto appare dolce e delicato, con
un profumo intenso e caratteristico. Ottimo servito con pane e burro, abbinato
a un vino frizzante secco non troppo aromatico.
Storia
L'origine del Culatello è
probabilmente da collegare alla costituzione del feudo dei Pallavicino, che
governarono i territori di Busseto, Zibello e Polesine dal 1249 fino all'epoca
napoleonica, e che favorirono l'agricoltura e l'allevamento dei suini. La prima
citazione ufficiale del culatello risale al 1735, all'interno di un documento
del comune di Parma. Le prime citazioni letterarie sono del poeta dialettale
parmigiano, Giuseppe Maria Callegari (1785-1829), che lo nomina fra le pietanze
servite in paradiso, mentre Giuseppe Verdi (1813-1901) porta con sé un
Culatello a San Pietroburgo nel 1862 per celebrare il successo della Forza
del destino. Gabriele D'Annunzio decantava la "salata e rossa
compattezza porcina", dichiarandosi "un cupidissimo amatore del parmense
culatello".
L'intervista a un rappresentante del Consorzio
Consigli utili
È sempre
preferibile affettare il Culatello di Zibello DOP (autonomamente o in
gastronomia), poco prima di portarlo a tavola. A meno che non si disponga di
porzioni intere, l'ottimale è sempre consumarlo il giorno stesso dell'acquisto
e per tale ragione si raccomanda di comprarlo nelle quantità necessarie al
consumo previsto. Per conservare al meglio il Culatello, una volta "aperto", si
spalma la parte del taglio con un filo di olio d'oliva o di burro, lo si
avvolge in un telo, preferibilmente di lino, imbevuto di vino bianco secco e lo
si conserva in un luogo fresco. Relativamente agli aspetti nutrizionali, anche
questo salume è nel gruppo degli alimenti "voluttuari", ossia quegli alimenti
che possiamo consumare per il piacere di farlo e non per una specifica
necessità. Essi contengono molti nutrienti, tra cui proteine di alta qualità,
vitamine del gruppo B, ferro e zinco e tuttavia devono essere assunti con
equilibrio. La raccomandazione è di consumarne occasionalmente fino a 50 g,
corrispondenti a circa 3-4 fette di Culatello di Zibello DOP (Indicazioni CREA
su porzioni LARN).