Prosciutto di San Daniele DOP*


Il prodotto
La zona di produzione del
Prosciutto di San Daniele DOP è rappresentata da tutto il territorio comunale
di San Daniele del Friuli (35 km2, 252 metri s.l.m.) in provincia di Udine, in
Friuli-Venezia Giulia. Mentre l'allevamento e la macellazione dei suini
utilizzati per la produzione di questo prodotto di salumeria devono avvenire,
oltre che in Friuli-Venezia Giulia, nelle regioni Veneto, Lombardia, Piemonte,
Emilia-Romagna, Umbria, Toscana, Marche, Abruzzo e Lazio.
Metodo di produzione
Come previsto dal Disciplinare di produzione, la
lavorazione inizia con la pesatura delle cosce che devono corrispondere almeno
a 12 kg. Seguono le fasi di rifilatura e successivamente di salagione, per un
periodo determinato in base al peso delle cosce: devono restare sotto sale,
secondo la tradizione, un giorno per ogni chilogrammo di peso. La tipica forma
"a chitarra" del San Daniele DOP viene data dalla pressatura di 24-48 ore a cui
è sottoposta la coscia ripulita dal sale. Si procede con il ciclo di riposo,
lavaggio, asciugatura, "sugnatura" e infine con la stagionatura che si protrae
per un periodo minimo di 13 mesi.
Aspetto e sapore
È commercializzato intero, con osso o disossato, a
tranci e affettato al banco oppure pre-affettato in vaschetta. Con la sua
tipica forma, il Prosciutto di San Daniele DOP si distingue anche perché è
provvisto del cosiddetto piedino. Il colore della fetta al taglio si
presenta in maniera uniforme, rosso-rosato con striature di grasso bianco. Con
un sapore morbido ed equilibrato, un gusto dolce e delicato, si
contraddistingue per un profumo intenso. L'aroma appare anch'esso delicato,
diventando più persistente con il prolungamento della stagionatura. Si
distinguono anche sfumature tostate, note di frutta secca e malto d'orzo.
Storia
La storia del San Daniele DOP ha inizio in tempi molto
antichi, ovvero già ai tempi dei Celti, di cui è nota la lavorazione di suini
nella zona di origine di questo salume. Successivamente, grazie alle cronache
dell'epoca, si trova traccia dell'invio ai prelati da parte del Patriarca di
Aquileia di 12 prosciutti di San Daniele. La presenza di questo salume è
testimoniata poi nelle corti di Francia e Austria e sulle mense dei Dogi.
Inoltre, esistevano ditte che potevano fregiarsi delle credenziali di "fornitore
della Real Casa e dei Sacri Palazzi Apostolici" già alla fine dell'Ottocento a
San Daniele.
L'intervista a un rappresentante del Consorzio
Consigli utili
È sempre preferibile affettare il Prosciutto di San
Daniele DOP (autonomamente o in gastronomia), poco prima di portarlo a tavola,
come antipasto o come secondo. A meno che non si disponga di porzioni intere
del coscio, l'ottimale è sempre consumarlo il giorno stesso dell'acquisto e per
tale ragione si raccomanda di comprarlo nelle quantità necessarie al consumo
quotidiano. Quanto ai metodi di conservazione, il prodotto avanzato è bene
metterlo sottovuoto oppure si consiglia di proteggerlo fin da subito con carta
alimentare: l'aria e la luce, infatti, tendono ad asciugarne la superficie
provocando la perdita di alcune sue caratteristiche organolettiche.
Relativamente agli aspetti nutrizionali, i salumi sono inseriti nel gruppo
degli alimenti "voluttuari", ossia quegli alimenti che possiamo consumare per
il piacere di farlo e non per una specifica necessità. Essi contengono molti
nutrienti, tra cui proteine di alta qualità, vitamine del gruppo B, ferro e
zinco e tuttavia devono essere assunti con equilibrio. La raccomandazione è di
consumarne occasionalmente fino a 50 g, corrispondenti a circa 3-4 fette di
dimensione media del Prosciutto di San Daniele DOP (Indicazioni CREA su
porzioni LARN).