Linee programmatiche del ministro Lollobrigida alle commissioni congiunte di Camera e Senato
Premessa
Onorevoli Presidenti, [Onorevoli Colleghi],
sono qui oggi per condividere con voi le strategie e gli obiettivi principali
della politica agricola nazionale che, come Ministro dell'Agricoltura, della
Sovranità alimentare e delle Foreste, intendo sostenere e rilanciare, con
forza, impegno e determinazione.
Il Governo Meloni ha voluto dare un segnale chiaro della propria volontà di riconsegnare
al settore il ruolo da protagonista che gli spetta, anche con il cambio di
denominazione del Dicastero che ho l'onore di guidare.
L'idea alla base di questa scelta è quella di traghettare il mondo agricolo in
un sistema di valori e maggiori tutele, che trova nel concetto di sovranità
alimentare l'affermazione del made in Italy agroalimentare, delle tradizioni, delle
produzioni e dei nostri territori rurali, con una forte identità e un rinnovato
protagonismo.
È fondamentale che i produttori italiani siano attori principali del percorso
che vogliamo affrontare per un pieno sviluppo del settore agricolo.
Sono gli agricoltori, infatti, i custodi del nostro territorio e dell'immenso
patrimonio agroalimentare e forestale del nostro Paese.
Il contesto
Sono loro, tuttavia, tra quelli che maggiormente hanno retto l'impatto
dell'emergenza sanitaria, a subire le maggiori conseguenze della crisi
energetica e del conflitto russo ucraino, insieme agli effetti legati ai
cambiamenti climatici, che hanno portato i costi di produzione a livelli
insostenibili.
Il caro energia e l'inflazione di questi ultimi mesi, che ad ottobre si
assestava all'11,8%, oltre a pesare sulle famiglie italiane, sta portando ad
assottigliare sempre di più i margini di redditività delle imprese, in
particolare nel settore agroalimentare.
Questa emergenza in corso induce tutti noi a riconoscere che la produzione di
cibi sani e di qualità insieme alla capacità di approvvigionamento delle
materie prime agricole sono le priorità del Paese, che ci impongono precisi
obiettivi strategici in termini quantitativi e qualitativi e di equità dei
prezzi che non dovrebbero mai scendere al di sotto dei costi di produzione. Non
si tratta solo di una questione economica, ne va della sicurezza del Paese. Gli
approvvigionamenti di cibo sono fondamentali anche per garantire la pace
sociale.
Permettetemi ora di entrare nel merito delle principali linee di intervento e
degli strumenti che dovranno contribuire al raggiungimento degli obiettivi
generali che vi ho sin qui descritto.
La sovranità alimentare
Ho già avuto modo di illustrare alle Camere che il concetto di sovranità
alimentare, non sia altro che il diritto di una nazione di scegliere e
difendere il proprio sistema alimentare e decidere il proprio modello
produttivo, in alternativa all'omologazione alimentare globale e al cibo
sintetico.
Il Governo è fermamente contrario al cibo 'artificiale', e in questo senso si
sono espressi sinora moltissimi Consigli regionali e comunali quasi sempre
all'unanimità.
Il nostro è un modello di produzione che mette al centro i prodotti di qualità,
la stagionalità, le filiere corte e la centralità dell'agricoltore e delle aree
rurali in cui opera. Sono tutti fattori che garantiscono cibo sano, a un prezzo
accessibile all'interno di un sistema produttivo in grado di assicurare costantemente
un elevato livello di sostenibilità ambientale.
La sovranità alimentare garantisce da un lato il produttore ed il collegamento
al rispetto alla capacità di produrre e dall'altro il consumatore finale con la
garanzia di cibo disponibile per tutti e di qualità.
La dieta mediterranea e i suoi prodotti d'eccellenza vanno sempre difesi
valorizzando la loro storia, le tradizioni e i valori culturali che trasmettono
da secoli.
Per questo motivo, nell'ambito della legge di bilancio, abbiamo previsto
specifiche risorse per l'istituzione di un Fondo dedicato alla sovranità
alimentare.
La missione di questo dicastero è quella di rafforzare il sistema agricolo e
agroalimentare nazionale, anche attraverso interventi finalizzati alla tutela e
alla valorizzazione del cibo italiano di qualità, alla riduzione dei costi di
produzione per le imprese agricole, al sostegno delle filiere agricole, alla
gestione delle crisi di mercato garantendo la sicurezza delle scorte e degli
approvvigionamenti alimentari.
A tal proposito vorrei sottolineare l'impegno profuso dal Presidente Giorgia
Meloni in ambito G20, contribuendo a facilitare il negoziato sul grano, che ha
raccolto il sostegno di tutti i leader.
Per questo motivo, ho proposto di istituire, sempre con legge di bilancio, un
ulteriore fondo destinato all'acquisito di beni alimentari di prima necessità
dei soggetti economicamente fragili.
Tutela del made in Italy
L'omologazione alimentare, il cibo sintetico, sistemi di etichettatura
fuorvianti, i numerosi tentativi di imitazione, se non addirittura di
contraffazione, del cibo di qualità sono alcune delle minacce oggi più ricorrenti.
L'Italia deve rimanere presidio di eccellenza e di sostenibilità, difendendo, come
già detto, con convinzione i principi della dieta mediterranea e mantenendo
intatta la grande varietà qualitativa e produttiva che ci contraddistingue nel
mondo.
Da questo punto di vista dobbiamo promuovere un vero cambio di mentalità a
livello europeo: dobbiamo promuovere la consapevolezza dell'utilità di una
produzione di qualità che rappresenta uno degli elementi culturali del nostro
continente, oltre che garanzia di crescita economica nel rispetto della salute
e della sostenibilità ambientale. La difesa dei prodotti europei di eccellenza
vede ovviamente primeggiare la produzione italiana ed è oggi necessaria
un'azione sinergica con le altre nazioni europee finalizzata a fare fronte
comune rispetto a chi considera questo valore un fatto secondario.
È proprio per questo motivo, che l'Italia continua a contestare quei sistemi di
etichettatura (primo tra tutti il Nutriscore) che mirano a condizionare il
consumatore nelle sue scelte, piuttosto che garantirgli una ampia e trasparente
informazione, che può essere garantita da altri strumenti che contribuiremo a
promuovere.
La notizia pervenuta di recente circa l'aggiornamento da parte della
Commissione UE di questo progetto, che tornerà ad essere esaminato non prima
del 2024, deve essere colta con favore perché deriva dall'intensa attività
svolta dal parlamento, dal mondo produttivo italiano e con fermezza dal Governo.
Vogliamo che i cittadini siano sempre nelle condizioni di effettuare scelte
consapevoli, attraverso informazioni trasparenti in etichetta, complete anche
di indicazioni chiare sull'origine delle materie prime degli alimenti.
Per questo
motivo - nelle more dell'adozione del nuovo regolamento europeo in materia di
etichettatura degli alimenti - intendiamo prorogare, oltre il 31 dicembre 2022,
il regime sperimentale italiano che obbliga l'indicazione in etichetta della
provenienza della materia prima per pasta, pomodoro, carni suine trasformate,
latte e prodotti lattiero-caseari.
Anche nell'ambito della revisione dei regolamenti del sistema DOP e IGP
intendiamo affermare in Europa una visione strategica che ha come capofila
l'Italia.
L'Italia è il Paese europeo che vanta il maggior numero di indicazioni
geografiche (845 DOP, IGP e STG). Si tratta di cibi e vini essenziali in
termini di
valorizzazione delle risorse umane e della biodiversità dei territori che fa
dei prodotti DOP e IGP del nostro Paese un unicum
nel panorama comunitario e globale.
In base al Rapporto ISMEA-QUALIVITA 2022, nel 2021 il valore dei prodotti a
Indicazione Geografica (DOP e IGP) alla produzione, per il comparto food,
ammonta a poco meno di 8 miliardi di euro (+9,7% rispetto al 2020), mentre al
consumo viene stimato in circa 16 miliardi di euro (+4,5%). Il valore delle
esportazioni ha superato i 4,4 miliardi di euro (+12,5%).
Per quanto riguarda il Vino, il valore dei prodotti imbottigliati a DOP e IGP
alla produzione ammonta a oltre 11 miliardi di euro (+21,2%), con un valore
delle esportazioni si avvicina ai 6,3 miliardi di euro (+13%). Il valore totale
dell'export di qualità ammonta quindi a circa 11 miliardi di euro.
Oggi è ancora più evidente la necessità di rafforzare il sistema delle tutele,
sia sul mercato comunitario (prosek e aceto balsamico), sia sul mercato
globale, tramite un potenziamento delle clausole di reciprocità per assicurare
la difesa della qualità anche per i prodotti provenienti dall'estero.
Per questa via, potremo assicurare alle imprese del tessuto agroalimentare
nazionale maggiori livelli di competitività e una più equa distribuzione del
valore lungo tutta la filiera produttiva, dall'agricoltore al consumatore
finale, passando per la trasformazione industriale.
La promozione in Italia e all'estero delle eccellenze nazionali gioca un ruolo
fondamentale ed è cruciale potenziare queste misure per continuare a garantire
i successi dell'export italiano.
Per questo motivo il MASAF, poche settimane fa a Bruxelles, si è battuto per
scongiurare la proposta della Commissione Ue inerente al programma di
promozione orizzontale 2023, che puntava a tagliare le risorse per prodotti
come le carni, i salumi e il vino, considerati potenzialmente dannosi per la
salute.
Questa è la logica di una azione condivisa e comune che deve puntare al
rafforzamento del sistema-Italia, con il coordinamento di tutte le forze in
gioco.
A tal proposito, intendo intensificare il lavoro con il Ministero delle imprese
e del Made in Italy, attraverso un tavolo permanente di confronto sulle
specifiche esigenze del settore agroalimentare italiano.
Dobbiamo inoltre rafforzare le attività di ricerca e sperimentazione sul tema
della qualità del cibo e del cibo "artificiale". A tal proposito, ritengo degna
di nota l'iniziativa del CREA di realizzare un laboratorio dedicato alla
"genomica, metabolica nutrizionale e degli alimenti".
Come ho già avuto modo di rappresentare in altre sedi istituzionali, il Governo
è fermamente contrario al cibo artificiale, sintetizzato in laboratorio. Come
Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste è mia
ferma intenzione quella di contrastare in ogni sede questo tipo di produzioni,
che rischia di spezzare il legame millenario tra agricoltura e cibo. Il nostro
Paese sarà in prima linea per difendere il cibo naturale, che è uno dei punti
di forza del Made in Italy. Confermo quindi il mio personale impegno nel
ribadire in ogni sede questa posizione.
Infine, annuncio di aver firmato un apposito Decreto per costituire i
'Distretti del biologico', una grande opportunità da cogliere in piena sinergia
con i territori, le Regioni, il mondo agricolo e agroalimentare.
Attività ICQRF
Al fine di assicurare la sicurezza e la qualità degli alimenti in un
mercato ormai globalizzato è di fondamentale importanza rafforzare i controlli
ufficiali a salvaguardia dei consumatori.
A tale scopo dobbiamo assicurare al nostro Ispettorato centrale della tutela
della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF), le
risorse e gli strumenti necessari per un efficace contrasto agli illeciti
agroalimentari e alle pratiche commerciali sleali lungo la filiera.
L'ICQRF svolge, infatti, un ruolo molteplice e centrale nell'ambito del
controllo e della tutela delle produzioni di qualità e, più in generale, del
made in Italy agroalimentare ed è, in tal senso, il più importante organo di
controllo europeo e uno dei maggiori a livello mondiale.
L'attività del ICQRF riguarda in particolare:
la prevenzione e repressione delle frodi nel commercio dei prodotti
agroalimentari e dei mezzi tecnici di produzione per l'agricoltura, attraverso
un'intensa attività di contrasto al crimine agroalimentare, che si basa anche
sulle verifiche analitiche realizzate dai laboratori dell'ICQRF;
la vigilanza degli Organismi di controllo nell'ambito delle produzioni di
qualità agroalimentare (DOP, IGP, STG, Biologico);
il contrasto dell'irregolare commercializzazione dei prodotti agroalimentari
introdotti da Stati membri e da Paesi terzi, con scrupolose attività di
verifica della tracciabilità e l'etichettatura;
l'irrogazione di sanzioni amministrative, quale autorità nazionale per le
violazioni in campo agroalimentare.
Al 31 dicembre 2021 l'ICQRF ha effettuato circa 50.000 controlli per 15 milioni
di euro di sanzioni e 30 milioni di beni sequestrati.
Inoltre, da un anno, l'ICQRF opera anche nella veste di Autorità nazionale per
il contrasto delle pratiche commerciali sleali, con attività di accertamento
delle violazioni, verifica della correttezza dei rapporti in diversi segmenti
delle filiere agroalimentari (produttori, associazioni, mediatori, industrie e
grande distribuzione organizzata), in particolare nei settori del
lattiero-caseario, olio di oliva, ortofrutta e carni e irrogazione delle
relative sanzioni.
Va rilevato che l'intensa attività a contrasto del crimine, nel settore
agroalimentare, compiuta dagli ispettori e dagli analisti, ha portato, nel
corso del corrente anno a circa 370 sequestri per un valore di oltre 30 milioni
di euro.
Nell'ambito della futura programmazione sarà garantito un costante e maggiore
impegno su questa attività, anche mediante una puntuale pianificazione dei
controlli, sulla base delle informazioni di mercato e sull'analisi del rischio.
L'opera dell'ICQRF è particolarmente preziosa nel tutelare i prodotti di
qualità sul mercato globale, anche attraverso specifici accordi di
collaborazione con le Autorità di altri Paesi (sono già attivi accordi
specifici con USA, Cina, Moldavia, Germania e Regno Unito).
L'Ispettorato coopera anche con i Consorzi di tutela e con le grandi
piattaforme del commercio su internet anche per intercettare tempestivamente
fenomeni di contraffazione e falso made in Italy. Si tratta di un'attività, unica nel suo
genere in Europa, che vanta, peraltro, una percentuale di successo
elevatissima.
Contiamo di perfezionare ulteriormente l'attività di controllo dall'Ispettorato
con il ricorso alle tecnologie più innovative.
Colgo l'occasione per segnalare che siamo in procinto di siglare un
accordo di cooperazione universitario per un progetto di "intelligenza
artificiale" da impiegare nell'attività di contrasto al falso made in Italy e
all'evocazione dei nostri prodotti di qualità.
Intendiamo mantenere nei prossimi anni l'elevato livello di controlli che già
oggi riusciamo a garantire, con l'obiettivo di tutelare i cittadini e assicurare
le condizioni di concorrenza leale sul mercato.
A tale scopo, intendiamo rafforzare la collaborazione con l'Arma dei
Carabinieri, la Guardia di Finanza, la Guardia Costiera e le amministrazioni
locali, con le quali l'ICQRF realizza azioni concrete sul campo e sta definendo
protocolli specifici di cooperazione.
Infine, sosterrò con forza ogni iniziativa del Parlamento, volta ad ampliare le
tutele in sede civile, penale e amministrativa nel settore agroalimentare e per
combattere le agromafie.
Attività Comando Carabinieri per la
Tutela Agroalimentare
Nel quadro dei controlli, delle verifiche e delle attività mirate alla
prevenzione, all'individuazione e alla repressione dei fenomeni criminali nel
settore agroalimentare, ringrazio il Comando Carabinieri per la Tutela
Agroalimentare, che nel primo semestre 2022 ha controllato 853 aziende,
verificato 3.866.202 euro di finanziamenti pubblici, sequestrato 3.785.396 kg
di prodotti agroalimentari, sequestrato beni per un valore di 763.366 euro e
segnalato all'Autorità Giudiziaria 62 persone.
La protratta crisi economica di questi anni ha portato all'innalzamento dei
prezzi e all'impoverimento del consumatore, che ha perso potere di acquisto.
Tale analisi ha condotto, in primo luogo, a rivolgere una specifica attenzione
ai prodotti di largo consumo e ad effettuare verifiche ad ampio raggio in tutti
i settori ed i canali commerciali dell'agroalimentare.
Rispetto, invece, all'altro ambito istituzionale di competenza del Comando, ovvero
quello dell'illecito percepimento di fondi europei e nazionali erogati in seno
alla Politica Agricola Comune (PAC), è stato segnalato che i cospicui
investimenti pubblici previsti a sostegno degli imprenditori agricoli, tra cui
l'esercizio di impresa in aree svantaggiate,
gli incentivi per talune pratiche agricole (produzione con metodo
biologico) e il sostegno al reddito degli imprenditori agricoli, abbiano
attirato l'interesse della criminalità organizzata.
Le conseguenti attività repressive hanno comportato complessi impianti
investigativi e una specifica preparazione tecnica maturata sul campo.
In tal senso, il Comando ha perseguito una triplice direttrice: il sequestro
preventivo per equivalente, il rapporto per danno erariale alla Corte dei Conti
e le sanzioni amministrative.
Altri due tasselli del sistema di drenaggio delle risorse pubbliche, attuato
dal crimine organizzato e dai sodalizi mafiosi, sono rappresentati dai falsi
braccianti agricoli e dall'accaparramento di terreni agricoli.
Nello specifico, l'assunzione di falsi braccianti da parte di gruppi criminali,
attraverso mendaci comunicazioni all'INPS circa l'utilizzo di manodopera
agricola, permette l'illecita riscossione di indennità di disoccupazione,
malattia e maternità per centinaia di migliaia di euro l'anno.
Il procacciamento illegittimo di enormi estensioni a vocazione agricola, specie
quelle demaniali, che sono tipicamente a canone calmierato, ostacola o
addirittura preclude la concorrenza di terzi interessati, condizionando
pesantemente l'esercizio e lo sviluppo di un'armonica e sana imprenditoria
agricola.
Rinnovo, pertanto, il mio ringraziamento al Comando Carabinieri per la Tutela
Agroalimentare, per l'intensa e preziosa attività svolta e per le operazioni
condotte a termine, tra le quali voglio citare l'operazione "Chimera",
conclusasi nel settembre 2021, con ordinanza di custodia cautelare a carico di
50 soggetti appartenenti alla famiglia mafiosa Sanfilippo di Caltanissetta e,
al nord, le operazioni "Scarlatto" e "Scarlatto 2", relative a denunce per
frode nella città di Torino.
Per tutte queste ragioni già dal prossimo anno conto di ampliare
significativamente la dotazione di Carabinieri assegnati al Ministero.
PNRR
Per quanto riguarda il PNRR, le misure assegnate in titolarità al Ministero
sono tutte in corso di implementazione, nel pieno rispetto delle tempistiche
previste.
Sono misure di grandissima rilevanza per il futuro sviluppo del settore
agroalimentare e di cui intendiamo garantire la rapida ed efficace attuazione.
Gli interventi li conosciamo bene: Sviluppo della logistica per il settore
agroalimentare, della pesca, acquacoltura, silvicoltura e florovivaismo (800
milioni di euro), Parco Agrisolare (1,5 miliardi di euro), Meccanizzazione e
innovazione nel settore agricolo e agroalimentare (500 milioni di euro),
Investimenti nella resilienza dell'agrosistema irriguo (880 milioni di euro), a
cui si aggiunge l'intervento relativo ai contratti di filiera e di distretto a
valere dal Fondo Complementare (1,2 miliardi di euro).
Vorrei sottolineare che il mondo produttivo sta manifestando grande interesse
per tutti gli interventi che sono in corso di realizzazione da parte del MASAF.
Ed è per questo che credo sia opportuno coinvolgere maggiormente le
associazioni di rappresentanza del mondo agricolo ed energetico nel confronto
tecnico connesso all'attuazione delle diverse azioni del PNRR.
È evidente che la mutata situazione socioeconomica del nostro Paese, a partire
dai rincari dei costi energetici e delle materie prime, ci impongono di fare,
insieme, delle riflessioni sull'impostazione del PNRR.
Siamo convinti che, nell'ambito di un dialogo costruttivo con la Commissione
UE, sia possibile migliorare alcune misure per renderle ancora più efficaci.
È il caso, ad esempio della misura di meccanizzazione agricola dove è
necessario aggiornare il novero delle tipologie di macchine che possono essere
oggetto di investimento, o della misura relativa ai sistemi irrigui, per la
quale gli extra-costi intervenuti, non consentono di completare al 100% le
opere previste con le risorse disponibili. È necessario infine superare il
concetto dell'autoconsumo per la produzione di energia da fonti rinnovabili,
anche con l'ipotesi di adozione di un cloud energetico nazionale.
Abbiamo, quindi, messo a punto un pacchetto di proposte di aggiornamento del
Piano sia relative all'integrazione e allo scale
up delle misure MASAF sia finalizzate ad accelerare l'attuazione dei
progetti e a rafforzare l'assistenza tecnica e la capacità amministrativa, proposte
di cui ho avuto modo di parlare con il Ministro Fitto e che vanno accompagnate
da un processo di semplificazione normativa che permetta di rispettare le
tempistiche previste.
Esse includono anche la richiesta di assegnazione di nuove risorse o la
possibilità di compensazione dalle risorse esistenti, per rafforzare la
dotazione di quelle misure, come ad esempio quella relativa ai contratti di
filiera, che hanno registrato un numero di adesioni estremamente superiore alle
attuali disponibilità finanziarie del Ministero. Le migliaia di aziende che
hanno partecipato hanno proposto investimenti che superano ampiamente i dieci
miliardi di euro, proprio a testimonianza della vitalità del settore. Dobbiamo
fare in modo che le imprese realizzino gli investimenti proposti, in questo
senso il continuo dialogo con il Ministro per gli affari europei è necessario
per individuare risorse aggiuntive su questa misura.
Siccità e investimenti irrigui
La siccità, che proprio quest'anno si è manifestata con particolare
veemenza, deve indurre tutti noi ad intraprendere le azioni necessarie per
prevenire simili emergenze.
La carenza d'acqua sta mettendo a dura prova vaste aree del territorio nazionale
italiano, con gravi disagi per cittadini e aziende. In particolare, in
agricoltura tale carenza ha un diretto impatto su quantità e prezzi degli
alimenti sul mercato.
La dispersione idrica e la mancanza di approvvigionamenti per famiglie e
imprese sono problemi endemici del nostro Paese. Al di là delle enunciazioni,
interventi strategici non sono stati realizzati. È giunto il momento di
affrontare questi problemi in un'ottica di medio-lungo termine, pianificando
interventi strutturali e soluzioni di sistema e procedendo ad una significativa
semplificazione amministrativa per alleggerire gli oneri burocratici che, ad
ogni livello, rallentano ed impediscono le più efficaci iniziative pubbliche e
private. I recenti programmi di finanziamento (fondi europei e nazionali),
hanno previsto ingenti risorse per gli interventi sulle infrastrutture irrigue
collettive, per l'ammodernamento e l'efficientamento del servizio di
irrigazione collettiva, per l'incremento delle disponibilità di acqua, per
l'efficientamento delle reti e relativi sistemi di gestione e monitoraggio.
Questi fondi sono diretti in particolare a misure di intervento nella fase del
trasporto dell'acqua irrigua e di efficientamento del servizio idrico di
irrigazione collettiva.
In conformità al Piano Strategico della PAC 2023-2027, per tutelare le colture,
riteniamo utile inserire negli strumenti di pianificazione disposizioni che
permettano la costruzione di nuove strutture - come i piccoli invasi
interaziendali da realizzare e manutenere ad opera di aziende agricole o da
Enti irrigui in zone collinari - e prevedere la riqualificazione e il
potenziamento di quelli esistenti in modo da disporre di una rete
infrastrutturale più performante e idonea a ridurre gli sprechi di acqua.
Per incrementare la produzione di acqua ad uso agricolo intendiamo lavorare
sulla tecnologia degli impianti di desalinizzazione del mare e intervenire
sugli sprechi di acqua presso gli invasi di collina e di pianura, tramite
l'implementazione di impianti di irrigazione a goccia e di tutte le nuove
tecnologie che permettono di razionalizzare il consumo di acqua.
L'emergenza idrica in corso dimostra la necessità di ulteriori investimenti per
i prossimi anni, con particolare attenzione al potenziamento delle
infrastrutture di stoccaggio e valutando il ricorso a fonti idriche non
convenzionali (es. riutilizzo di acque reflue).
Tra le prime iniziative poste in essere al MASAF vi è inoltre la proposta di
istituire una Cabina di Regia nazionale, in grado di affrontare, con
lungimiranza e professionalità, le problematiche legate alla gestione
dell'acqua e definire i conseguenti interventi. Ho proposto al Ministero delle
infrastrutture ed al Ministero dell'ambiente di attivarsi per una strategia
nazionale di pianificazione di breve, medio e lungo periodo.
Ritengo che sia prioritario anche garantire la realizzazione di un Piano invasi
che possa assicurare all'agricoltura l'acqua necessaria per aumentare la
produttività, ma anche che dia risposte anche ai cittadini e alle imprese di
ogni settore. Allo stesso tempo si potrà tornare ad investire sulla produzione
di energia idroelettrica attraverso i pompaggi ed utilizzare l'eventuale
copertura degli invasi per la produzione di energia solare. Ricordo a tutti che
la più sostenibile forma di accumulo di energia è proprio quella degli invasi
d'acqua che, essendo una fonte programmabile, può aiutare in un momento
complesso come quello che stiamo vivendo.
Gestione del rischio e Piano Strategico della PAC
Dal prossimo anno, alle assicurazioni agevolate, sarà affiancato il Fondo
di mutualizzazione nazionale, cui potranno accedere tutti gli agricoltori che
ricevono pagamenti diretti.
È questa una delle misure innovative previste dal Piano strategico della nuova
PAC, che entrerà in applicazione dal 1° gennaio 2023.
La struttura ministeriale, insieme agli enti vigilati CREA, ISMEA e AGEA, sta
lavorando alacremente per garantire l'implementazione del nuovo Piano, di cui
si attende l'approvazione ufficiale da parte della Commissione UE nel mese di dicembre.
Ricordo a tutti noi che stiamo parlando di un Piano che ha l'ambizione di
definire le misure in grado di garantire, in sinergia con gli interventi PNRR, il
necessario supporto per lo sviluppo del settore agroalimentare del nostro Paese
per i prossimi 5 anni.
Un Piano che gode di una dotazione di circa 35 miliardi di euro e che
includerà, per la prima volta in un documento unitario, anche tutti gli
interventi di Sviluppo Rurale.
Contrasto al caporalato
Come
ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste ho
firmato il decreto interministeriale sulla 'condizionalità sociale'. Il
provvedimento ha l'obiettivo di garantire idonee condizioni di lavoro, tutelare
le norme di salute e sicurezza all'interno delle aziende agricole, nonché
contrastare il caporalato e il fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori del
settore. In un successivo provvedimento, di concerto con il dicastero del
Lavoro, saranno esplicitate le sanzioni relative alla mancata attuazione di
questo decreto che intende promuovere l'applicazione delle direttive UE.
La condizionalità sociale è un'iniziativa che si colloca nell'ambito di un più
ampio impegno del MASAF nel contrastare lo sfruttamento lavorativo in
agricoltura e il caporalato.
Intendiamo moltiplicare gli sforzi per il contrasto dell'intermediazione
illegale e dello sfruttamento lavorativo in campo agricolo di manodopera a
basso costo, alimentati dal costante e crescente flusso migratorio e
dall'incremento galoppante dei costi produttivi.
Il nostro approccio è quello di avere tolleranza zero verso chi pensa che nel
nostro Paese gli esseri umani possano essere trattati come schiavi. Difendendo
i lavoratori, tuteliamo anche le imprese agricole oneste che subiscono la
concorrenza sleale degli sfruttatori.
Proprio al fine di ostacolare e prevenire il diffondersi di tali fenomeni di
illegalità, la legge di prevenzione e contrasto al Caporalato prima, unita al
Piano triennale e al lavoro portato avanti dal Ministero nel contesto del
Tavolo inter-istituzionale di definizione delle strategie di contrasto al
caporalato, ci consentono di sviluppare, oggi, più efficienti misure di
supporto dei lavoratori stagionali in agricoltura e strumenti per il graduale
riallineamento delle retribuzioni nel settore agricolo.
Si tratta di azioni prioritarie su cui vogliamo investire, innovando le aziende
agricole, valorizzando le pratiche virtuose di produzione dei prodotti e
favorendo il contrasto alla concorrenza sleale. In una parola restituendo
dignità al lavoro e ai lavoratori agricoli.
Sono tutti principi cardine del Governo guidato dal Presidente del Consiglio
Giorgia Meloni e dell'azione che il Ministero porta avanti fin dal primo giorno
di insediamento: contrastare il lavoro nero, assicurare che nel settore
agricolo gli operatori siano tutti in regola, utilizzare contratti stagionali e
prevedere la possibilità di strumenti flessibili per l'occupazione.
Sostenibilità economica, ambientale e
sociale della filiera agroalimentare
Attraverso
le risorse messe a disposizione dai diversi programmi nazionali ed europei,
intendiamo creare le condizioni per un modello agricolo sempre più competitivo
sui mercati internazionali, in grado di dare un reddito dignitoso agli operatori
della filiera e di garantire cibo sicuro e di qualità sulle tavole dei
cittadini.
L'intento è
quello di integrare sempre di più gli aspetti sociali nella valutazione
complessiva della sostenibilità delle aziende agricole.
Sul tema
della sostenibilità ambientale, l'agricoltura italiana è un sistema
all'avanguardia.
Vantiamo,
tra l'altro, una delle percentuali più elevate in Europa di superficie
coltivata con metodo biologico, che ha raggiunto il 17,4% nel 2021 (9,5% in
Germania, 10% in Francia, 10,7% in Spagna) e può puntare a raggiungere il 25%
previsto dalle Strategie europee al 2030.
Il Ministero
intende, inoltre, rendere pienamente operative le nuove certificazioni europee relative
alla sostenibilità ambientale e al benessere animale, che consentono alle
imprese, che si impegnano maggiormente su questi fronti, di distinguersi nei
confronti dei consumatori.
La sostenibilità ambientale deve, infatti, rappresentare un'opportunità.
Per questo motivo ci opponiamo a quelle iniziative europee che intendono
introdurre ulteriori divieti e obblighi generalizzati, che non tengono conto
della realtà delle singole aziende e dei territori, ma finiscono solamente con
l'incrementare i costi e gli oneri burocratici a carico delle aziende, peraltro
già duramente provate dall'attuale contesto economico.
È il caso, ad esempio, della proposta di regolamento sull'uso sostenibile dei
fitofarmaci, che ha sollevato grandi perplessità da parte di molti Stati
Membri, tra cui l'Italia.
Anche su questi temi vogliamo farci promotori di un cambio di prospettiva in
Europa, convinti che i Governi debbano sostenere, e non svilire, la capacità di
produrre di più e meglio.
Una capacità che le nostre imprese possiedono e che ci rende forti nel mondo, anche
grazie alla distintività delle nostre produzioni.
Come Governo vogliamo incoraggiare gli investimenti in innovazione.
Proprio per questo motivo ho proposto di istituire, in questa legge di bilancio,
un Fondo per la digitalizzazione agricola, che vada ad affiancare gli strumenti
già esistenti, in particolare nell'ambito del PNRR.
Con questa misura intendiamo favorire l'avvio di progetti finalizzati
all'incremento della produttività nei settori dell'agricoltura, pesca, acquacoltura
e foreste, attraverso la diffusione delle migliori tecnologie per la gestione
digitale dell'impresa, per l'utilizzo di macchine, sensoristica, piattaforme e
infrastrutture 4.0, per il risparmio dell'acqua e la riduzione dell'impiego di sostanze
chimiche, nonché l'utilizzo di sottoprodotti.
Intendiamo inoltre, intervenire con azioni ancora più mirate ed efficaci per
ridurre gli sprechi e le perdite di cibo, attraverso una collaborazione sempre
più stretta e proficua tra produttori, trasformatori e distributori.
Le buone pratiche devono consentirci di implementare l'utilizzo delle
tecnologie digitali, come la blockchain, per garantire la tracciabilità e
sicurezza lungo tutto il ciclo produttivo e permettere un impiego più corretto
dell'eccedenze, come antidoto anche alla produzione di cibo sintetico.
I dati del Censimento Istat 2020 confermano infatti che le aziende agricole
condotte da giovani sono mediamente più grandi e professionalizzate, più
moderne (digitalizzate e informatizzate) e maggiormente inclini alla
multifunzionalità aziendale.
L'azione del nostro Governo si propone di sostenere gli strumenti di accesso
alla terra per l'insediamento delle nuove generazioni e per lo sviluppo
dell'imprenditorialità giovanile e femminile, gestiti da ISMEA, favorendo il
ricambio generazionale.
Si tratta di un problema che affligge in modo particolare il mondo agricolo e
che, per tale ragione, viene affrontato anche nell'ambito del Piano Strategico
della PAC, con interventi mirati, collaborando attivamente con le Regioni e le
altre istituzioni.
Gestione sostenibile delle foreste
Anche il settore forestale è pienamente integrato nella nostra strategia e
sarà oggetto di specifica attenzione.
Le foreste costituiscono l'ambiente più diversificato e diffuso sul nostro
pianeta ma anche il più minacciato dalle attività umane e dai cambiamenti
climatici. Abbiamo bisogno del nostro patrimonio verde ed è nostro dovere
batterci per conservarlo.
Secondo i dati forniti dall'ultimo inventario nazionale delle foreste e dei
serbatoi forestali di carbonio, nel nostro Paese i boschi rappresentano una
percentuale rilevante della superficie totale.
La gestione sostenibile delle aree boschive può rappresentare un elemento
trainante per la valorizzazione delle aree interne del Paese, soprattutto se
affiancata ad interventi di ammodernamento delle infrastrutture e della
viabilità, di digitalizzazione delle pratiche forestali, di semplificazione
amministrativa delle autorizzazioni per gli interventi selvicolturali.
A tal fine occorre lavorare, in sinergia con le Regioni e PPAA, per attivare
interventi mirati ad avere foreste in salute, ricche di biodiversità, capaci di
contribuire alle azioni di mitigazione e adattamento alla crisi climatica, ma
anche di offrire benefici ecologici, sociali ed economici per le comunità
rurali e montane, per i cittadini di oggi e per le prossime generazioni.
Dobbiamo, inoltre, rafforzare le azioni che mirano al contrasto del dissesto
idrogeologico, in coordinamento con le iniziative in capo agli altri Ministeri
competenti in materia.
Per questo motivo, nell'ambito del Piano Strategico della PAC saranno previste
importanti misure dedicate alle foreste, anche nell'ottica di prevenzione dei
dissesti ambientali.
Manca in questo fondamentale comparto, una strategia europea complessiva e
definita per ogni singola Nazione, ma l'Italia per le Foreste si è dotata prima
degli altri di un Piano Strategico Nazionale.
Settore ippico
L'ippica costituisce un importante settore economico del Paese, che
coinvolge ampie categorie di operatori - allevatori, proprietari, allenatori, professionisti
- e un numero rilevante di addetti della filiera, con notevole possibilità di
incremento.
L'ippica è un comparto che va ridefinito nei suoi obiettivi, chiarendone le
competenze in capo ai Ministeri competenti, è infatti ormai chiaro a tutti che
la dismissione dell'Unire e l'assorbimento al Ministero hanno lasciato troppe
questioni irrisolte, che vanno affrontate e normate al fine di garantire a
questo settore la centralità che merita, efficientando le risorse ed evitando
sprechi.
È un comparto di punta dell'agricoltura italiana che va, quindi, tutelato al
meglio e va certamente promosso e valorizzato nel modo più efficace,
valorizzandone una maggiore funzionalità ed integrazione con il territorio
attraverso apposite convenzioni che giustifichino le ingenti sovvenzioni che lo
Stato assegna a questo settore.
L'azione di riforma dovrà essere funzionale alla complessità della materia, al
suo elevato grado tecnico, alle specifiche competenze occorrenti al suo
corretto funzionamento, all'esigenza di una complessiva e organica
ristrutturazione di tutti i diversi aspetti del settore.
La Pesca marittima e l'acquacoltura
Come ricordato dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, grazie alla "favorevole
posizione dell'Italia nel Mediterraneo e alle opportunità legate all'economia
del mare, il settore può e deve diventare un asset strategico per l'Italia
intera e in particolare per lo sviluppo del Meridione".
La pesca è attività di particolare rilievo nazionale sotto il duplice profilo
del legame col territorio e col tessuto economico e sociale e, sul piano
politico, attività di proiezione sul mare e di collegamento diretto con le altre
realtà economiche e di governo del Mediterraneo.
Poiché le risorse ittiche sono comuni a più Stati, la pesca ha una governance
multilivello, con una forte componente internazionale.
A fronte di questa governance complessa, è fondamentale sostenere e rafforzare
gli strumenti a disposizione dell'Italia per promuovere il proprio interesse nazionale.
Fra questi la partecipazione in sede UE e in sede Nazioni unite. La posizione
centrale dell'Italia nel bacino del Mediterraneo va infatti valorizzata,
promuovendo il suo ruolo di guida e interlocutore privilegiato degli altri
Paesi rivieraschi, siano essi membri UE o Stati terzi.
Nell'ambito di attuazione della Politica comune della pesca (PCP), l'indirizzo
italiano è quello di sostenere le iniziative europee in maniera critica e
propositiva, sempre con l'attenzione rivolta all'interesse del settore e a
tutte le persone che operano nella comunità ittica nazionale. Ciò non solo in
termini di sostenibilità ecologica, ciò non solo in termini di sostenibilità
economica, ma anche sociale per imprese e lavoratori, oltre che di tutela dei consumatori.
Il consumatore è infatti sempre più interessato al prodotto italiano, per caratteristiche
mediamente superiori e lavorazione dei processi sicura e largamente
sostenibile, aspetti che possono costituire il volano per riconquistare spazi
di mercato oggi occupati dalle importazioni da Stati terzi.
In quest'ottica devono essere utilizzate al meglio le risorse finanziarie del
Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura (FEAMPA), che
vede impegnati assieme le Regioni e il MASAF. Centrali sono anche le risorse
destinate al PNRR e soprattutto - per la pesca - le risorse del Piano ad esso complementare.
Attraverso questi stanziamenti promuoviamo per la prima volta i contratti e
l'integrazione per le filiere ittiche: uno strumento essenziale per far sì che
tutti gli operatori possano beneficiare in maniera efficiente ed efficace delle
catene del valore.
Sappiamo che il settore è stato pesantemente colpito dagli eventi imprevisti
degli ultimi anni: prima la pandemia, e poi l'aggressione russa all'Ucraina.
Questi avvenimenti hanno creato una forte pressione negativa. Non da ultimo con il grave incremento dei costi
di produzione. Su questo punto interverremo, come stiamo già facendo con azioni
concrete contro il caro gasolio. Abbiamo inoltre condiviso con la Commissione
europea anche l'attivazione di una misura che ci permetterà di ristorare,
almeno in parte, gli effetti negativi della crisi sui costi di produzione delle
imprese di pesca e di acquacoltura.
Fauna selvatica
Permettermi ora di entrare nello specifico di
una problematica quanto mai attuale nei nostri territori, e che riguarda la
proliferazione incontrollata della fauna selvatica.
Il tema è stato oggetto di diversi ordini del giorno al Senato e alla Camera,
rispettivamente incentrati sui grandi carnivori e sugli ungulati. Su queste
delicate problematiche ci muoveremo tenendo conto delle indicazioni ricevute
dai due rami del Parlamento.
La criticità maggiore riguarda gli ungulati, il cui numero, in costante aumento,
provoca ripetuti episodi di danneggiamento delle colture e delle infrastrutture
agricole, accompagnati da gravi problematiche di ordine sanitario negli
allevamenti a causa della diffusione della Peste Suina Africana (PSA), oltre
che rischi per l'incolumità pubblica.
La presenza di animali selvatici infetti può comportare addirittura l'adozione
di drastiche misure, come l'abbattimento dei suini presenti nel raggio di
diversi chilometri, con rilevante pregiudizio per la filiera agroalimentare e
per l'occupazione in un settore strategico del Made in Italy.
In collaborazione con ISPRA, il Ministero della Salute ed il Ministero
dell'Ambiente, intendiamo intervenire anche secondo quanto previsto dall'UE
nella Direttiva Habitat, per l'aggiornamento della normativa nazionale, la
legge n. 157 del 1992 (che nella sua attuale versione demanda ancora al corpo
delle guardie provinciali ormai disciolto, gli abbattimenti).
Riteniamo che sia necessario introdurre una semplificazione delle procedure per
l'adozione dei piani di contenimento approvati dalle Regioni e sostenere la
ricostituzione del Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale, organo
soppresso da oltre dieci anni, già con un collegato alla legge di bilancio.
Riforma del Ministero e semplificazione amministrativa
Sappiamo che per raggiungere gli obiettivi della strategia che vi ho
illustrato serve una macchina amministrativa forte ed efficiente. E siamo
consapevoli che semplificare i percorsi amministrativi è una delle principali
strade che portano alla reale spesa dei fondi pubblici, in particolare quando
si tratta di accompagnare investimenti privati con cofinanziamenti da parte
dello Stato. Dobbiamo lasciare libere le imprese di investire e dare un
supporto all'altezza da parte del Ministero, il mio impegno in questo senso
sarà sempre massimo.
Per questi motivi ritengo necessaria una riforma del Ministero.
Da un lato dobbiamo saper rispondere alle legittime aspettative delle imprese
ad avere risposte certe e in tempi brevi dalla Pubblica amministrazione. Si
tratta di un elemento essenziale di competitività.
Dall'altro serve un potenziamento delle strutture anche puntando sui giovani
che possano dare al Ministero un contenuto di innovazione nelle soluzioni per i
problemi del settore.
La riforma del Ministero deve andare proprio in questa direzione, nel
valorizzare le competenze e le professionalità a disposizione, anche
rafforzando il controllo e l'indirizzo politico sugli Enti vigilati.
E' inoltre mia intenzione, impegnarmi ad incrementare il Fondo Risorse
decentrate interno del personale, anche al fine di incentivare, rafforzare ed
incrementare le maggiori attività rese nella tutela del made in Italy e nel
contrasto all'Italian sounding.
La semplificazione, infatti, passa dalle persone che fanno parte
dell'amministrazione, così come da scelte di indirizzo politico. È mia
intenzione quella di accelerare il percorso di sburocratizzazione di quanti più
fronti possibili, a partire dalle circolari ministeriali.
Dobbiamo costruire un rapporto di fiducia tra l'Istituzione, i cittadini, le
imprese e in generale il mondo degli operatori che danno vita a questo
straordinario settore.
Collaborazioni con altri Ministeri
Abbiamo, come MASAF, attivato vari e proficui confronti con:
il Ministero della salute, con l'auspicio di individuare insieme indicatori e
verifiche idonee a garantire la consapevolezza dei benefici derivanti da una
sana e corretta alimentazione.
il Ministero dell'istruzione e merito, con il quale stiamo cercando di definire
spazi di educazione alimentare nel ciclo di istruzione, che permettano ai più
giovani di conoscere i sistemi di produzione e che, soprattutto, li mettano in
condizione di operare scelte consapevoli rispetto ai prodotti alimentari.
il Ministero del turismo, per incentivare il turismo enogastronomico, già oggi
tra i principali attrattori di flussi nel nostro Paese, ma che in un'azione
coordinata e strategica potrebbe valorizzare i prodotti e le imprese
agroturistiche.
il Ministero dei beni culturali, per rappresentare in sinergia le eccellenze
italiane anche attraverso l'utilizzo della rete museale e del patrimonio
artistico.
il Ministero delle imprese e del Made in Italy, per una tutela a 360° dei
prodotti Made in Italy;
il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale abbiamo
avviato virtuose interlocuzioni in modo da impiegare il nostro corpo
diplomatico e l'agenzia ICE per il commercio estero.
In collaborazione con il Ministro dell'Agricoltura Ucraino Solskyi abbiamo
aderito al progetto per liberare il grano ucraino che provvederà a garantire
l'approvvigionamento nei Paesi più poveri.
Ritengo infine doveroso per il Governo italiano sollecitare una strategia
europea in programmi di collaborazione attivi utili allo sviluppo delle
economie agricole africane, specie nel Sahel. Riteniamo infatti indispensabile
adottare azioni mirate a garantire alle popolazioni locali la possibilità di
lavorare e vivere in condizioni dignitose evitando migrazioni di massa.
La legge di bilancio e la strategia del Governo
Vorrei concludere questo intervento illustrando le principali misure che
abbiamo introdotto nella legge di bilancio per il rilancio del settore
agroalimentare italiano.
In tempi record stiamo abbiamo realizzato una manovra finanziaria da 35
miliardi di euro, per affrontare le sfide epocali che il nostro Paese si trova
davanti.
Le imprese agricole agroalimentari, con la nuova legge di bilancio potranno
contare su importanti misure ed ingenti risorse per la ripresa economica e
produttiva di questo settore strategico per il nostro Paese.
Tra le cose principali:
Abbiamo scongiurato l'aumento delle tasse per le imprese agricole prorogando
anche per il 2023 l'esenzione dell'IRPEF per i redditi dominicali ed agrari;
Abbiamo sostenuto le misure per il ricambio generazionale dando la possibilità
ai giovani di avviare la propria attività agricola versando zero contributi
previdenziali;
In linea con l'indirizzo politico del Ministero ho chiesto e ottenuto un fondo da
100 milioni di euro per la Sovranità Alimentare. Un fondo che sarà destinato a
sostenere la produzione agricola e le filiere che ne garantiscono gli sbocchi
di mercato, anche a tutela del consumatore finale, garantendogli contenimento
dei costi e qualità dei prodotti, nonché ad assicurare gli approvvigionamenti
di materie prime nel nostro Paese;
Abbiamo voluto raccogliere la sfida della modernizzazione del settore agricolo istituendo
un fondo da 225 milioni di euro per l'innovazione che favorirà la transizione
digitale delle imprese agricole, nonché l'utilizzo di tecnologie innovative per
rendere il nostro settore agroalimentare sempre più competitivo nel mondo;
Abbiamo messo a disposizione dei più bisognosi un fondo di 500 milioni di euro
per dare aiuto alle fasce più deboli. Chiederemo, su questo, a tutta la filiera
agroalimentare, compresa la grande distribuzione, un gesto di solidarietà per
accompagnare ed amplificare questa misura che il Governo ha voluto e che io,
personalmente, ho voluto con forza;
Abbiamo prorogato anche per il settore agricolo e la pesca i crediti d'imposta
per l'energia e per l'acquisto di carburante.
Mi limito a questo. Ma come potete vedere, il bilancio del Ministero che ho
l'onore e l'onere di guidare ricopre una centralità importante.
Sono convinto ed auspico che nel corso della discussione parlamentare della
manovra tutti voi contribuirete ad arricchirla e a rafforzarla nell'interesse
dell'agricoltura italiana e del Paese.
Questo è un programma molto ambizioso e non ho la presunzione di poterlo
realizzare da solo. Ho bisogno di tutti: del Parlamento, delle Regioni e di
tutto il mondo legato alla produzione e distribuzione agroalimentare. Intendo
infine ringraziare le Forze politiche, che in questi anni hanno contribuito a
garantire una unità di intenti che prescindessero dalla collocazione politica,
e tutto il personale del Ministero, nel quale ho riscontrato grande impegno ed
entusiasmo, ma soprattutto consapevolezza di essere essi stessi componente
fondamentale nella difesa e valorizzazione di un comparto tra i più importanti
della nostra straordinaria Italia.