Comunicati stampa

Question Time 23 Gennaio 2019 - Risposte del Sottosegretario Pesce a On. Fornaro, On. Spena, On. Gallinella e On. Cenni
(23.01.2019)
Interrogazione a risposta immediata in Commissione dell'On. Fornaro
Signor Presidente, Onorevoli deputati,
voglio prima di tutto sottolineare come l'Amministrazione sia pienamente impegnata nel contrasto al fenomeno del caporalato e nel garantire il pieno rispetto dei diritti dei lavoratori agricoli, anche attraverso l'attuazione della legge 199/2016. In particolare il Mipaaft sta agendo nei lavori del Tavolo caporalato in fase di costituzione presso il Ministero del Lavoro e della Cabina di Regia della Rete nazionale del lavoro agricolo di qualità presso l'Inps.
In merito al primo strumento, i lavori del Tavolo sono già iniziati con un primo incontro avvenuto lo scorso 17 dicembre, all'interno del quale è stata evidenziata la necessità di programmare gli interventi in un apposito Piano Triennale di azioni volte alla prevenzione e al contrasto del fenomeno del caporalato e di suddividere i soggetti partecipanti in sei gruppi di lavoro, coerenti con le tematiche emerse nell'incontro di Foggia del 3 settembre 2018, ognuno dei quali coordinato da una amministrazione capofila.
I sei gruppi sono: 1. Prevenzione, vigilanza, repressione del fenomeno del caporalato; 2. Filiera produttiva agroalimentare, prezzi dei prodotti agricoli; 3. Intermediazione tra domanda e offerta di lavoro e valorizzazione dei Centri per l'impiego; 4. Trasporti; 5. Alloggi e foresterie temporanee; 6. Rete del lavoro agricolo di qualità.
La nostra Amministrazione guida il secondo gruppo, con l'obiettivo di valutare tutte le possibili azioni di prevenzione del fenomeno anche collegate alle pratiche sleali di mercato e al monitoraggio dei prezzi. Come è stato ribadito dal Mipaaft anche nella riunione di settembre a Foggia, è fondamentale tutelare gli anelli deboli della catena agroalimentare, ovvero lavoratori e produttori agricoli, garantendo il pieno rispetto delle leggi.
Merita di essere evidenziato l'importante strumento preventivo e strategico, rappresentato dalla Rete del lavoro agricolo di qualità, la cui normativa è stata modificata permettendo l'iscrizione a quelle imprese agricole più virtuose che oltre ad essere in regola con il versamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi, non abbiano riportato condanne penali per violazioni della normativa in materia di lavoro e legislazione sociale.
Segnalo che la nostra Amministrazione ha proposto alle Regioni di inserire una premialità nei Piani di sviluppo rurale per le imprese agricole iscritte alla Rete del lavoro agricolo di qualità. La Regione Emilia Romagna ha già proceduto registrando un aumento considerevole di imprese provenienti da questo territorio.
Allo stesso tempo sono già state costituite alcune delle sezioni territoriali della Rete presso Foggia, Rosarno, Viterbo, Latina, Brindisi e in altre città. Queste sezioni hanno la possibilità di sperimentare nuove forme legali di intermediazione del lavoro agricolo, mettendo insieme organizzazioni datoriali e sindacati per raggiungere tale obiettivo.
La Cabina di Regia ha di recente chiesto al Ministero dell'Interno anche la possibilità formale che a presiedere le sezioni territoriali siano i Prefetti, per dare maggiore operatività ed efficacia allo strumento.
Per quanto concerne le misure dirette alla prevenzione e al contrasto del fenomeno, in particolare in materia agricola, si evidenzia che il 21 gennaio 2019 è stato pubblicato un avviso pubblico multifondo per 23 milioni di euro, volto al finanziamento di proposte progettuali. Nello specifico, verranno valorizzati quei progetti che si pongono in continuità e in complementarietà con altre esperienze virtuose di integrazione socio-lavorativa già attivate nei territori e che favoriscono la funzione sociale dell'agricoltura .
Inoltre, sono in corso di definizione le procedure per l'affidamento a cinque regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia di un progetto, già favorevolmente valutato dalla Commissione Europea, per azioni di prevenzione e contrasto del lavoro irregolare e dello sfruttamento lavorativo in agricoltura con particolare riferimento a misure di integrazione sociale ed economica.
Sotto il profilo più generale dei controlli, in base ai dati aggiornati al 25 settembre 2018, risulta che gli organi di vigilanza dell'Istituto nazionale del lavoro hanno effettuato 115.000 controlli ed in particolare nel settore agricolo, sono state effettuate 4.337 ispezioni, trovati al lavoro 2.205 lavoratori irregolari di cui 1.593 "in nero" e tra questi 83 cittadini extracomunitari privi di permesso di soggiorno.
Aggiungo inoltre che, proprio per il territorio della provincia di Latina, citato dall'Onorevole interrogante, è stato firmato l'8 gennaio scorso il Protocollo d'intesa, in base al quale si avvierà una prima sperimentazione in sinergia con l'articolazione della Rete del lavoro agricolo di qualità costituita presso l'Istituto nazionale della previdenza sociale.
Più in generale l'impegno di questa Amministrazione, in particolare nel Tavolo caporalato, sarà quello di programmare azioni concrete a difesa dei diritti dei lavoratori, attraverso semplificazioni per i datori di lavoro delle operazioni di assunzione anche a breve termine, con la collaborazione delle parti sociali.
Interrogazione arisposta immediata in Commissione On. Spena
Signor Presidente, Onorevoli deputati,
semplificare le procedure relative alla conduzione delle imprese, riducendone la burocrazia, rappresenta uno degli obiettivi prioritari del Governo anche nel settore agricolo. In tale direzione, il Ministro Centinaio ha già intrapreso un metodo di lavoro nuovo fondato, tra l'altro, sulla più ampia collaborazione con le Regioni, indispensabile per raggiungere risultati tangibili.
Riguardo alle criticità indicate dall'interrogante segnalo che da tempo è in corso un percorso interno di semplificazione e de-burocratizzazione delle procedure di presentazione delle domande e di pagamento degli aiuti agricoli comunitari in AGEA. Proprio grazie a tale processo di revisione ed analisi che ha interessato l'Agenzia nell'ultimo periodo è stato possibile raggiungere gli obiettivi di spesa (c.d. N+3) e di performance imposti all'Organismo pagatore entro l'anno 2018, giungendo in qualche caso (come nel settore delle assicurazioni agricole agevolate) ad erogare aiuti riferiti allo stesso anno in corso, superando così un ritardo accumulato a partire almeno dal 2016.
Nel dettaglio, da inizio programmazione ad oggi, l'Organismo Pagatore AGEA ha complessivamente erogato contributi pubblici pari a 3,5 miliardi di euro per i 13 Programmi di Sviluppo Rurale Regionali e per il Programma di Sviluppo Rurale Nazionale 2014-2020. Di questi, solo nel corso dell'anno 2018 sono stati erogati 2,1 miliardi di euro e per tutti i 14 Programmi è stato ampiamente raggiunto l'obiettivo di spesa da eseguirsi entro la scadenza del 31/12/2018, evitando così l'eventuale rischio di disimpegno automatico dal bilancio comunitario dei fondi FEASR, in applicazione alla c.d. regola "N+3".
Infatti, a fronte di una spesa programmata da eseguirsi entro il 31/12/2018 (N+3 2018) pari ad Euro 1.494.593.000 (quota FEASR), è stata contabilizzata una spesa complessiva di Euro 2.120.361.490 (quota FEASR), registrando quindi al 31/12/2018 una spesa in eccedenza - rispetto al programmato - di Euro 625.768.490. Tali somme, rappresentano il 20,90% dell'obiettivo di spesa da realizzarsi entro il 31/12/2019 (N+3 2019) che è pari ad Euro 2.994.645.000.
Significativo il risultato ottenuto nell'ambito del Programma Nazionale di Sviluppo Rurale per il quale, nell'anno 2018, sono stati realizzati pagamenti per oltre 518 milioni di euro, corrispondenti all'82% della spesa complessivamente effettuata da inizio programmazione, pari a 629 milioni di euro.
Infatti, la semplificazione delle procedure messa in atto nel secondo semestre 2018 ha permesso di accelerare notevolmente la spesa relativa alla misura assicurazioni agevolate che, per la prima volta, ha consentito il rimborso gli agricoltori che hanno sottoscritto polizze a entro l'anno 2018, ovvero l'esercizio finanziario a cui si riferisce la garanzia assicurativa. Questo risultato è stato raggiunto grazie al lavoro messo in campo da un gruppo coordinato dal Gabinetto del Ministro, al quale partecipano la struttura del Ministero, Agea e Ismea, nonché con l'impegno del sistema dei Consorzi di difesa, dei Centri di Assistenza Agricola, delle Compagnie di assicurazione e degli Istituti di credito.
Il risultato è ancora più apprezzabile se si considera che al primo giugno 2018 risultavano pagati poco più di 184 milioni di euro.
I pagamenti effettuati nell'ultimo periodo, quindi, rappresentano un'ulteriore dimostrazione dello sforzo che Agea sta compiendo da mesi per assicurare al mondo agricolo il massimo dei contributi possibili. L'incessante azione di semplificazione cui l'Agenzia sottopone le proprie procedure si tradurrà, anche nel primo trimestre 2019, in ulteriori pagamenti di saldo per la Domanda Unica e per le misure assicurative del Programma Nazionale di Sviluppo Rurale.
Tale percorso evolutivo, pur fortemente perseguito, non si è ancora concluso. Permangono, infatti, situazioni di mancate erogazioni a singole aziende agricole, su cui l'AGEA concentrerà le proprie prossime azioni.
Tra queste, rientra certamente il rafforzamento del rapporto con l'utenza, che rappresenta una priorità nell'ambito delle politiche dell'Agenzia.
In proposito, evidenzio che la sensibilità di informativa verso l'utenza rimane uno degli obiettivi strategici per l'Agenzia, che ha reso disponibile una APP ad uso degli imprenditori agricoli con l'obiettivo di favorire i rapporti tra cittadino e Pubblica Amministrazione nell'ambito delle attività volte a introdurre misure di snellimento delle procedure burocratiche. Attraverso l'APP si può consultare anche l'elenco dei pagamenti erogati e lo stato del pagamento per i diversi aiuti.
Quanto alla segnalata esigenza di istituire sportelli provinciali, ricordo che il decreto legislativo n. 74/2018, citato dagli On.li interroganti, prevede la possibilità per l'Agenzia di aprire degli sportelli regionali. Tale possibilità potrà essere utilmente perseguita in sede di attuazione del riordino dell'Agenzia previsto dalla suddetta normativa.
Mi preme infine evidenziare che il rapporto con le aziende agricole sul territorio è assicurato dalla presenza dei Centri di Assistenza Agricola dislocati in tutte le Regioni di competenza dell'AGEA, cui è affidata, dalla stessa azienda agricola, la gestione del proprio fascicolo aziendale e che, in forza delle convenzioni che legano tali Centri all'Organismo pagatore, fungono da punto di contatto tra gli utenti e l'Agenzia.
Interrogazione a risposta immediata On. Gallinella e altri
Signor Presidente, Onorevoli Deputati,
nel premettere che questa Amministrazione è di certo a conoscenza dei fatti narrati dall'Onorevole Interrogante, evidenzio che l'articolo 1, comma 121, della legge 27 dicembre 2017 n. 205, dispone che, per l'anno 2018 e nel limite di undici milioni di euro, per ciascun lavoratore dipendente da impresa adibita alla pesca marittima - compresi i soci lavoratori delle cooperative della piccola pesca - sia riconosciuta un'indennità giornaliera onnicomprensiva pari a trenta euro, in caso di sospensione dal lavoro derivante da misure di arresto temporaneo obbligatorio.
L'articolo 1, comma 346, della legge 11 dicembre 2016 n. 232, come modificato dalla legge 27 dicembre 2017, n. 205, dispone - a decorrere dall'anno 2018 e nel limite di spesa di cinque milioni di euro annui - il riconoscimento di un'indennità giornaliera onnicomprensiva a titolo di sostegno al reddito, fino ad un importo massimo di trenta euro nel periodo di sospensione dell'attività lavorativa, derivante da misure di arresto temporaneo non obbligatorio.
Ciò per un periodo non superiore complessivamente a quaranta giorni in corso d'anno, in favore dei lavoratori dipendenti da imprese adibite alla pesca marittima, compresi i soci lavoratori delle cooperative della piccola pesca di cui alla legge 13 marzo 1958, n. 250.
Le modalità relative al pagamento delle citate indennità sono disciplinate con decreto del competente Ministro del lavoro e delle politiche sociali (amministrazione capofila), di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo e con il Ministro dell'economia e delle finanze.
Proprio di recente, in data 28 dicembre 2018 è stato firmato il Decreto interministeriale per le indennità relative al fermo pesca anno 2018, ai sensi dell'art. 1, commi 121 e 135, della legge Legge di Stabilità n. 205 del 27 dicembre 2017.
In data 31 dicembre 2018 il competente Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha trasmesso alla Corte dei Conti il citato Decreto per il visto e registrazione.
Nelle more della registrazione della Corte dei Conti, questo Ministero ha proceduto all'impegno delle risorse stanziate sul capitolo di bilancio 1481, piano gestionale 1 (fermo temporaneo obbligatorio) e piano gestionale 7 (fermo temporaneo non obbligatorio), rispettivamente di euro 11 e 5 milioni.
Il Decreto interministeriale del 28 dicembre 2018 prevede che le domande siano inviate al Ministero del lavoro e delle politiche sociali entro e non oltre il 28 febbraio 2019 e che il predetto Ministero trasmetta a questo Ministero le domande ammesse al contributo entro il 30 giugno 2019.
Successivamente, questo Dicastero procederà alla trasmissione del decreto di autorizzazione corredato dagli elenchi degli aventi diritto, elaborato dal competente Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ed erogherà le risorse finanziarie in favore dei Funzionari delegati delle Capitanerie di Porto sede di Direzione Marittima, Enti erogatori, senza oneri.
Interrogazione a risposta immediata On. Cenni e altri
Signor Presidente, Onorevoli deputati,
mi preme innanzitutto ribadire che la gestione della fauna selvatica, in particolare dei cinghiali, è un tema che da tempo è all'attenzione di questa Amministrazione, una problematica che richiede l'individuazione di soluzioni condivise e di opzioni efficaci, ma non solo in relazione ai danni prodotti ai campi e ai raccolti, frutto del lavoro di chi vive ogni giorno di questo.
Bisogna anche considerare la sicurezza delle persone, nelle campagne e nei centri abitati (dobbiamo infatti evitare che si verifichino incidenti come quello avvenuto di recente sull'A1), senza altresì tralasciare le implicazioni correlate ad un rischio reale di trasmissione, da parte di tali ungulati, di epidemie di grande rilevanza e particolarmente gravi, quali la peste suina africana.
Quest'ultima, dai Paesi europei del Nord-est, proprio attraverso i cinghiali, è stata recentemente rilevata in Belgio e rappresenta una minaccia concreta per le produzioni agroalimentari, in particolare: insaccati e prosciutti, vanto del nostro Made in Italy.
Questo Ministero, con gli Assessori regionali ha recentemente condiviso un pacchetto di misure volte a rendere più incisivi gli strumenti di contrasto all'incremento delle popolazioni di cinghiali, a cui deve ora essere data concretezza attraverso una modifica della legge 157/92 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio).
È necessario infatti agire in maniera coordinata su tutto il territorio e impostare interventi di gestione che risultino efficaci a breve termine, ma soprattutto che consentano di stabilizzare la situazione nel lungo periodo.
In tale direzione, in accordo con il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, lo scorso 16 novembre è stato istituito un gruppo di lavoro incaricato, fra le altre cose, di formulare proposte per l'adeguamento del quadro normativo e sanzionatorio relativo ai danni da fauna selvatica.
La presentazione della relazione conclusiva è prevista entro il prossimo 31 marzo.
Infine, per quanto riguarda la problematica relativa al risarcimento dei danni al settore agricolo, in data 6 giugno 2018, questa Amministrazione aveva provveduto ad effettuare la notifica alla Commissione europea di uno schema di decreto interministeriale che disciplina le modalità di concessione degli aiuti per le misure preventive e per gli indennizzi dei danni provocati da fauna selvatica omeoterma alle produzioni agricole, secondo le condizioni e i criteri indicati dagli Orientamenti dell'Unione europea per gli aiuti di Stato nei settori agricolo e forestale nelle zone rurali per il periodo 2014-2020.
Sulla proposta di provvedimento, la Commissione ha avanzato una serie di rilievi a cui - con il contributo delle Regioni - è stata data risposta nel mese di dicembre 2018. Non appena la Commissione europea avrà esaminato positivamente il provvedimento, quest'ultimo, dopo il passaggio in conferenza Stato-Regioni, sarà approvato dai Ministri competenti. Voglio qui aggiungere che da interlocuzioni informali viene riportato il parere favorevole della Commissione e che la Decisione sarà adottata entro il 7 febbraio.
Confermo pertanto l'impegno già in atto di questo Ministero ad approfondire la problematica in esame congiuntamente alle altre competenti Amministrazioni centrali e periferiche, in modo da poter poi individuare soluzioni utili da attivare sia a livello normativo sia a livello operativo sul territorio, al fine di salvaguardare le nostre produzioni agricole e agroalimentari.