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Comunicati stampa

QT 10 Gennaio 2019 - Risposte del Sottosegretario Pesce a On. Gadda, On. L'Abbate, On. Viviani e On. Nevi
(10.01.2019)


Interrogazione a risposta immediata in Commissione dell'On. GADDA

Signor Presidente, Onorevoli colleghi,
ringrazio l'interrogante per l'opportunità che mi offre di sottolineare e confermare come il tema dell'agricoltura sociale sia di interesse per il Ministero, vista la sua capacità di proporre soluzioni innovative di welfare rurale.
L'obiettivo dell'agricoltura sociale è infatti quello di migliorare lo stato di salute fisico e mentale delle persone attraverso la possibilità del lavoro in campagna, con ricadute positive anche a livello sociale; intende favorire il reinserimento di soggetti svantaggiati nella comunità e al contempo produrre.  
Dopo l'iter riportato dall'interrogante, comunico che il decreto concernente i requisiti minimi e le modalità relative alle attività di agricoltura sociale, di cui al comma 2 dell'articolo 2 della legge 18 agosto 2015, n. 141, sottoscritto dal Ministro Centinaio lo scorso 21 dicembre, è stato trasmesso agli Organi di controllo.
Tale procedura è a norma di legge per la pubblicazione del citato decreto in Gazzetta ufficiale e sul sito del Ministero.


Interrogazione a risposta immediata On. L'Abbate

Signor Presidente, Onorevoli deputati,
tengo preliminarmente a precisare che questo Ministero presta  la massima attenzione al tema delle imprese colpite da eventi atmosferici avversi e segue con ogni sforzo la situazione di emergenza che ha interessato la Nazione.
Occorre sottolineare che, per i danni provocati alle produzioni e strutture aziendali a seguito della avversità atmosferiche citati dall'interrogante, le imprese agricole avrebbero potuto sottoscrivere polizze assicurative agevolate da contributo pubblico fino al 70% della spesa premi sostenuta dagli agricoltori
Rilevo al riguardo che la vigente normativa sul fondo di solidarietà nazionale, di cui al decreto legislativo n. 102 del 2004, all'articolo 1, comma 3, stabilisce, che i relativi interventi compensativi possono essere attivati esclusivamente nel caso di danni a produzioni, strutture e impianti produttivi non inseriti nel piano assicurativo agricolo annuale.
    Nonostante tale vincolo normativo, la Regione Puglia ha presentato la proposta di declaratoria adottata con delibera di giunta n. 1.231 del 10 luglio 2018, unitamente alla documentazione tecnica, che questo Ministero non ha quindi potuto prendere in considerazione.
Tuttavia, considerata la rilevanza dei danni segnalati (oltre 200 milioni su quattro  Province) e l'impatto di questi sull'economia delle zone colpite, per venire incontro alle esigenze delle imprese agricole e procedere all'attivazione degli interventi compensativi del Fondo, è stata predisposta una proposta normativa per derogare alle disposizioni di cui al decreto legislativo n. 102del 2004 e precisamente all'articolo 1, comma 3, al fine di attivare gli interventi compensativi del fondo per le colture non assicurate ancorché assicurabili, e per superare la perentorietà del termine di 90 giorni dalla fine dell'evento per la deliberazione della proposta.
Tale proposta è stata trasmessa in Parlamento come emendamento a varie iniziative legislative da ultimo al disegno di legge di conversione del decreto legge n. 135 del 2018 , c.d. "semplificazione".
In presenza della suddetta disposizione, si potrebbe procedere all'accoglimento della proposta regionale, che consentirebbe la concessione a favore delle imprese agricole danneggiate delle seguenti provvidenze: contributi in conto capitale fino all'80% del danno sulla produzione lorda vendibile ordinaria, prestiti ad ammortamento quinquennale per le maggiori esigenze di conduzione aziendale  nell'anno in cui si è verificato l'evento ed in quello successivo, proroga delle rate delle operazioni di credito in scadenza nell'anno in cui si è verificato l'evento calamitoso, esonero parziale (fino al 50%) dal pagamento dei contributi previdenziali ed assistenziali propri e dei propri dipendenti, sgravi fiscali, contributi in conto capitale per il ripristino delle strutture aziendali danneggiate e per la ricostituzione delle scorte eventualmente compromesse o distrutte.
Voglio anche segnalare come il Ministero sia stato riconosciuto utile interlocutore nel raccogliere le esigenze del mondo produttivo nel corso delle riunioni che si sono tenute ieri e l'altro ieri con i diversi shakeholder.


Interrogazione a risposta immediata in Commissione dell'On. Nevi ed altri

Signor Presidente, Onorevoli deputati,
è noto a tutti che l'olio d'oliva italiano, per le sue apprezzate peculiarità, rappresenta una delle eccellenze agroalimentari che ci contraddistinguono nel mondo.
La valorizzazione e la tutela di tale prodotto, compreso il connesso comparto, rappresentano quindi una priorità assoluta che intendiamo perseguire, non solo a livello nazionale, anche attraverso l'implementazione dei controlli eseguiti dall'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari la cui autorevolezza, riconosciuta a livello globale, lo ha confermato quale punto di riferimento dei controlli sul food a livello italiano e internazionale.
Al riguardo faccio presente che, sempre nell'ottica della salvaguardia del prodotto, a seguito della reiterata richiesta italiana, la Commissione europea con il Regolamento delegato n. 1096/2018 ha modificato l'articolo 5, lettera e), del Regolamento (UE) n. 29/2012 sulle norme di commercializzazione dell'olio di oliva. Pertanto, i Paesi membri possono ora obbligare gli operatori che commercializzano il proprio prodotto in ambito nazionale a riportare in etichetta l'indicazione della campagna di raccolta definendo, contestualmente, cosa si intenda per campagna di raccolta.
Tale procedura è stata già attivata nel nostro Paese.
Come dichiarato dal Ministro Centinaio, stiamo facendo il possibile per risolvere le urgenze e pianificare interventi risolutivi che possano sciogliere definitivamente tutte le problematiche relative al settore, sempre ascoltando gli operatori delle categorie e venendo incontro alle loro esigenze.
In tale contesto, la predisposizione di un nuovo Piano olivicolo-oleario rientra tra le iniziative che è necessario attivare urgentemente per rilanciare il settore, partendo da una nuova strategia nazionale da condividere con gli operatori della filiera e le Regioni.
Detti interventi dovranno avere un prevalente carattere sistemico e un impatto orizzontale su tutti gli operatori della filiera, in linea con gli orientamenti dell'Unione europea per gli aiuti di Stato nei settori agricolo e forestale. La verifica degli interventi compatibili, infatti, costituisce un aspetto basilare e di importanza strategica, attese le modifiche intervenute rispetto al passato regime.
Su questa strategia le Regioni, che rappresentano le Autorità di gestione dei Programmi di sviluppo rurale, possono indirizzare le risorse ivi contenute per realizzare gli interventi per rilanciare la competitività del sistema olivicolo italiano.
Mi preme inoltre evidenziare che, a sostegno del settore olivicolo, sono stati recentemente concessi circa 108 milioni di euro, a valere sui prossimi tre anni (1 aprile 2018-30 marzo 2021) destinati alle Organizzazioni di produttori che svolgono programmi di sostegno nel settore, attraverso la relativa Organizzazione comune di mercato.
Tale finanziamento apporterà concreti benefici al settore, sia riguardo al miglioramento della qualità dell'olio di oliva e delle olive da tavola (cui sarà riservato non meno del 30% delle risorse), che in relazione all'impatto ambientale dell'olivicoltura (che potrà avvalersi di almeno il 20% del finanziamento).
Al sistema di tracciabilità, della certificazione e alla tutela della qualità dell'olio di oliva e delle olive da tavola, con particolare attenzione al controllo della qualità degli oli di oliva commercializzati, verrà destinato non meno del 15% del finanziamento.
Inoltre, sempre nell'ambito della strategia nazionale, al fine di facilitare l'aggregazione nella fase della commercializzazione, alle Organizzazioni di produttori che commercializzano il prodotto dei propri soci è stato riservato il 25% circa dell'importo del finanziamento.
Segnalo inoltre che sono stati finanziati importanti progetti di ricerca, per un importo complessivo di 7 milioni di euro, volti al miglioramento delle tecniche di difesa da organismi nocivi, all'incremento della produttività degli oliveti, all'introduzione di innovazioni lungo tutta la filiera, al fine d i migliorare la qualità del prodotto e la competitività dell'intero comparto.
Al di là dei finanziamenti dell'OCM, questo Ministero è particolarmente orientato a costruire una competitività strategica nazionale, con la collaborazione di tutti gli stakeolders, tanto che il 2 gennaio scorso è stato convocato il Tavolo di filiera olivicola per discutere delle necessità e priorità strategiche da sviluppare nel settore.
La riunione si terrà oggi pomeriggio alle 15,00.


Interrogazione a risposta immediata On. VIVIANI in data 10 gennaio 2019

Signor Presidente, Onorevoli Deputati,
in via preliminare desidero evidenziare che le c.d. "pesche speciali" sono in linea di principio vietate dall'Ordinamento nazionale.
Ciò in conformità all'impegno assunto dal Paese ad adottare strategie precauzionali, volte a proteggere e conservare le specie acquatiche vive e gli ecosistemi marini e a garantirne lo sfruttamento sostenibile, nel contesto della Politica Comune della Pesca di tutela delle risorse ittiche, in ossequio alle previsioni di cui al Regolamento (CE) n. 1967/2006 e del Regolamento (UE) n. 1380/2013.
In tale ottica si inseriscono le discipline particolari che regolano la pesca del rossetto e del cicerello (specie ittiche di dimensioni molto ridotte che mantengono una piccola taglia anche in età adulta), il cui esercizio può essere autorizzato da questo Ministero, previa approvazione di appositi Piani di Gestione da parte della Commissione europea. Discorso a parte, come correttamente individuato, va fatto per il "novellame" di sarda.
La Direzione Generale della pesca e dell'acquacoltura di questo Ministero - nel porre in essere i conseguenti atti amministrativi finalizzati ad adeguare l'applicazione del citato Regolamento "Mediterraneo" alle specificità dei mari italiani - ha doverosamente tenuto in considerazione il dettato normativo di cui sopra, nonché le direttive impartite dalla Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo (CGPM), Commissione che, tuttavia, ha in più occasioni rimarcato di non poter ratificare proposte che abbiano ad oggetto la pesca speciale del bianchetto, a causa dello stato di sofferenza dello stock di sardine nel Mediterraneo.
Fermo restando quanto sopra, questo Ministero ha ben presente l'importanza della tradizione delle attività di pesca legate a questa risorsa (sarda giovanile), soprattutto a livello locale, insita nella storia del nostro Paese e da sempre valorizzata dalla nostra Marineria nel rispetto della sostenibilità ambientale.
Su questa base, il Ministro sta valutando l'opportunità di approfondire, anche con il coinvolgimento delle Regioni interessate, gli studi scientifici finalizzati a individuare possibili soluzioni, anche attraverso sperimentazioni di pesca scientifica, le cui risultanze andranno condivise con le competenti Istituzioni europee.

 
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