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Comunicati stampa

Alessandra Pesce

Question Time 18 Settembre 2018 - Le risposte del Sottosegretario Alessandra Pesce
(18.09.2018)


Question Time On. FORNARO e On. MURONI

Signor Presidente, Onorevoli colleghi,

premetto che il grano duro"Cappelli" è una varietà storica costituita prima della metà del Novecento chefu iscritta al Registro nazionale delle varietà di specie di piante agrarie condecreto del 3 maggio 1969.

L'iscrizione era subordinataall'emanazione delle direttive comunitarie che stabiliscono i registri obbligatorinecessari per la commercializzazione delle sementi e la varietà fu iscritta conprocedura "d'ufficio", vista la sua ampia notorietà al momento dell'istituzionedei registri delle carietà, configurandosi come varietà di pubblico dominio.

Per tale ragione, nelprospetto d'iscrizione non è stato riportato il costitutore ed è stato identificatol'attuale CREA-CI di Foggia, quale responsabile della conservazione in purezza,cioè quella figura cui spetta il compito di mantenere nel tempo la varietàsenza che questa subisca modificazioni apprezzabili.

Da tutto ciò consegue che aimateriali di propagazione della varietà non può essere associato alcun dirittodel costitutore, quantomeno nella forma di privativa vegetale oggi conosciuta -sia essa nazionale che comunitaria - in quanto la privativa protegge la varietàe, per essere tutelata, uno dei requisiti è la novità, come stabilitodall'articolo 5 del regolamento comunitario n.2100/94.

In assenza di diritti diproprietà intellettuale, si può far riferimento solamente alle disposizioni chedisciplinano la commercializzazione delle sementi (legge 25 novembre 1971n.1096 e d.P.R. n.8 ottobre 1973 n.1065).

Questo Ministero, sin dalmomento dell'iscrizione, ha indicato il CREA (già CRA) come unico soggettoresponsabile del mantenimento della purezza genetica della varietà. In talecontesto il CREA ha anche il diritto di sviluppare licenze con terzi cuiaffidare la riproduzione del seme per la moltiplicazione, ai fini dellasuccessiva diffusione e commercializzazione e i ricavi derivati sono totalmentereinvestiti nell'attività di ricerca nel comparto di riferimento.

Tali profili scongiuranopertanto il rischio paventato dagli interroganti, sia in termini di possibiliconflitti di interesse, che di costituzione di situazioni di monopolio.

Ad oggi, la licenza per lamoltiplicazione ai fini della commercializzazione della varietà "Cappelli", perl'Italia, è stata concessa dal CREA alla Società Italiana Sementi (S.I.S.) peril periodo 23 dicembre 2016 - 22 dicembre 2031, previo avviso pubblico perl'acquisizione di manifestazioni d'interesse da parte di ditte sementiere.

La S.I.S. ha dato avvioall'attività di moltiplicazione con la campagna del 2017, ricevendo dal CREA laquantità di seme prebase disponibile. La licenza concessa a S.I.S. limital'esclusiva alla sola moltiplicazione del seme certificato per ottenere il semedi seconda riproduzione, di libera vendita.

Con riferimento alla campagnadi commercializzazione 2017, si evidenzia che l'organismo incaricato dellacertificazione ufficiale delle sementi (CREA-DC) ha approvato, complessivamente, 64mila ettari destinati alla produzione di frumento duro.
Di questi, 393 ettariafferiscono alla varietà "Cappelli", mentre, in termini di confronto, per lavarietà "Simeto", sono stati approvati 3700 ettari.

Va inoltre considerato che levarietà certificate nel corso dell'annata 2017 sono state oltre 180, di cuialcune classificate come varietà da conservazione, differentemente dallespecificità della varietà "Cappelli".

In particolare - sulla singolasemente e con riferimento alla campagna di semina 2017/2018 - dai dati fornitidal CREA, gli ettari destinati alla produzione poco meno di 5000 e quasi 500gli agricoltori coinvolti, valori circa 5 volte superiori al precedentecontratto di licenza, realizzandosi contestualmente un'offerta di prezzod'acquisto del grano "Cappelli" di 60 e 80 euro al quintale, rispettivamente per il prodotto convenzionalee biologico,valori quasi doppi rispetto al passato.

In ogni caso, per evitare qualsiasi problema sulla tematica, questoMinistero procedere quanto prima ad un confronto articolato con il CREA e ivari portatori d'interesse del comparto produttivo nell'ambito del Gruppo dilavoro per la protezione delle piante-sezione sementi, in cui sono presentitutti gli attori della produzione agricola, ferma restando la necessità ditutelare e mantenere il seme in purezza.


Interrogazione a risposta immediata in Commissione dell'On. GADDA

Signor Presidente, Onorevoli colleghi,
premetto che le tematicheattinenti all'agricoltura sociale rappresentano un aspetto particolarmenterilevante per il Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali edel turismo.

Riteniamoinfatti che l'agricoltura sociale sia una fattiva risposta ai fabbisogni diwelfare nelle aree rurali e costituisca un importante volano nei processi dicoesione sociale ed economica, mediante azioni di integrazione delle categoriefragili della popolazione.

La legge 18 agosto 2015, n. 141 recante "Disposizioniin materia di agricoltura sociale", prevede che con decreto del Ministrodelle politiche agricole alimentari e forestali, previa intesa in sede diConferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le provinceautonome di Trento e di Bolzano e acquisito il parere delle competentiCommissioni parlamentari, vengano definiti i requisiti minimi e le modalitàrelativi alle attività di cui al comma 1 della stessa legge, ovvero le attivitàdell'agricoltura sociale esercitate dagli imprenditori agricoli, in formasingola o associata e dalle cooperative sociali di cui alla legge 8 novembre1991, n. 381.

Il provvedimento in oggetto ha acquisito l'intesa insede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e leProvince autonome di Trento e di Bolzano, in data 21 dicembre 2017.

In data 15 gennaio 2018 lo schema didecreto è stato trasmesso al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputatiper l'acquisizione del parere che non è stato reso in tempo utile prima delloscioglimento delle Camere.

Il 12 settembre 2018 lo schema di decreto è tornatonuovamente alle competenti Commissioni parlamentari per l'acquisizione delsuddetto parere.

Tuttavia, occorre evidenziare che, questaAmministrazione, in considerazione della notevole importanza riconosciuta alla materiaha invitato i componentidell'Osservatorio a predisporre dei gruppi di lavoro al fine di procedere allastesura di Linee guida che ulteriormente rafforzino il sistema dell'agricolturasociale in chiave partecipativa e condivisa.

In tal senso numerose sono le attività svolte(workshop, convegni, gruppi di lavoro tecnici).
Infine, rassicuro l'interrogante che, non appenaottenuto l'assenso dai competenti uffici parlamentari, il Ministro procederàalla firma del decreto.


Question Time On. NEVI e altri

Signor Presidente, Onorevoli colleghi,

evidenzio che i termini degli accordi internazionali che riguardano i prodotti agricoli provenienti da Paesi come il Marocco e l'Egitto, non si applicano al settorefitosanitario dell'Unione.

La materia fitosanitaria è infatti disciplinata a livello europeo da norme dedicate, in cui sono chiaramenteidentificate le misure fitosanitarie da applicare negli Stati membri, al finedi evitare l'introduzione e la diffusione nel territorio comunitario diorganismi nocivi ai vegetali e ai prodotti vegetali.

Attualmente, la norma di riferimento peril settore fitosanitario è la Direttiva 2000/29/CE che, a partire dal 14dicembre 2019, sarà abrogata e sostituita dal Regolamento (UE) 2016/2031, concui è stato istituito il nuovo regime fitosanitario dell'Unione.

Ciò premesso, si sottolinea che dettedisposizioni prevedono comunque che i vegetali e i prodotti vegetali, originario provenienti da Paesi terzi e destinati al mercato unico europeo, soddisfinospecifici requisiti fitosanitari, al fine di poter essere introdotti nelterritorio dell'Unione.

Pertanto, i Paesi terzi che intendonoavviare spedizioni di tali beni nell'Unione, si devono attenereobbligatoriamente al rigoroso rispetto delle norme unionali.

In ogni caso, si evidenzia che l'Ispettoratocentrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodottiagroalimentari (ICQRF), organo di controllo Ufficiale di questo MINISTERO collabora continuativamente con l'Agenzia delle Dogane, al fine di monitorare iflussi di introduzione delle derrate alimentari provenienti da Paesi extra UE.

Premesso quanto sopra, è, in ogni caso, intendimentodi questo Ministero adoperarsi nelle sedi competenti e in ambito unionale alfine di approfondire le implicazioni correlate ai differenziati standards sanitari checontraddistinguono le produzioni agroalimentari di paesi terzi importate versoil territorio nazionale, al fine di evitare impatti sul comparto produttivoitaliano.

A riprova dell'attenzione che il Ministroripone nella tutela del "Made in Italy"e dei produttori italiani, segnalo che, in tal senso già stiamo operando dalloscorso luglio, con un'attività articolata e congiunta di vari organi ispettivi neipunti di entrata nel territorio, quali porti, aeroporti, valichi di frontiera,sino ai silos e ai magazzini di insilamento di risi e granaglie provenienti daPaesi Terzi.

Ciò al fine di tutelare il compartoproduttivo nazionale, evitando l'ingresso di prodotti di scarsa qualità ocontenenti residui di sostanze pericolose per la salute umana.


Interrogazione a risposta immediata in Commissione On. Parentela ed altri

Signor Presidente, Onorevoli deputati,

Il Ministero è a conoscenza delleproblematiche emerse a seguito della richiesta di modifica della denominazionedi questo Dicastero da Mipaaf in Mipaaft da riportarsi sulle etichette deiprodotti del settore agroalimentare, derivante dal decreto legislativo n. 86del 2018 così come convertito con modificazioni dalla legge n. 97 del 9 agosto2018.

Preso atto di quanto prospettato dalle aziende circa le difficoltà legate allamodifica delle etichette per adeguarle al cambio di denominazione del Ministeroe al fine di garantire una gradualità nell'applicazione di nuove normative chepossano impattare sulle imprese stesse, abbiamo provveduto a comunicare, connota del 10 settembre u.s. a tutti gli organismi coinvolti che è consentitol'utilizzo alternativo di entrambe le denominazioni per far riferimento al Ministero sia per esteso che nell'acronimo (quindi Mipaaf o Mipaaft).

Tutto ciò premesso, considerata comunquela necessità del Ministero di fornire al cittadino una corretta informazione,procederemo a stabilire i tempi certi entro i quali adeguare la dicitura inetichetta.

Si auspica che le informazioni di cuisopra siano in grado di rassicurare gli interroganti sul costante impegno diquesta Amministrazione a tutela delle aziende italiane e dei prodotti diqualità certificata.


Question time On. Viviani

Signor Presidente, Onorevoli deputati,

il Ministro Centinaio, fin dal suo insediamento, a salvaguardia dei consumatori edei settori produttivi, ha ritenuto prioritario potenziare i controlli perquanto attiene il settore risicolo e, in generale, delle granaglie provenienti daPaesi terzi.

In linea con le direttive del Ministro, dallo scorso luglio, sui risi diimportazione dei Paesi del Sud Est asiatico sono stati attivati su tutto ilterritorio nazionale, a livello centrale e periferico, una serie di controllistraordinari finalizzati alla verifica della qualità e della presenza diresidui di principi attivi di prodotti fitosanitari non ammessi nell'Unioneeuropea.

È stata così avviata un'azione congiunta dell'Ispettorato centrale della tuteladella qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) delMinistero, con le Capitanerie di Porto, l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ela Guardia di Finanza esplicitata in una serie di attività investigative e dicontrollo nei punti di entrata nel territorio, quali porti, aeroporti, valichidi frontiera, sino ai silos e ai magazzini di insilamento dei risi.

I controlli hanno riguardato in modo particolare i porti di Ravenna, Genova,Brindisi e Bari, quali principali siti di arrivo di vettori provenienti dal SudEst asiatico con riso e granaglie varie.

Nel dettaglio, nelle 140 verifiche eseguite presso 129 operatori, sono staticontrollati 180 prodotti; 15 controlli sono stati eseguiti presso i punti dientrata (Porti di Ravenna, Genova Voltri e Brindisi), di cui 7 in attivitàcongiunta (5 con l'Agenzia delle Dogane, 1 con le Capitanerie di Porto ed 1 conla Guardia di Finanza).

In tale contesto sono stati prelevati 71 campioni (rappresentativi di oltre 1milione e 50.000 Kg. di riso), inviati al Laboratorio ICRF di Catania per leanalisi specialistiche multi-residuali.
Adoggi, dei 44 campioni analizzati, 4 hanno ricevuto un esito analiticoirregolare; un riso di varietà Basmati è risultato irregolare per presenza diprincipi attivi in quantità superiori alla soglia limite, mentre le altreirregolarità hanno riguardato rotture e grani danneggiati superiori ai limitidi legge. Per gli stock riscontrati fuori norma, sono previste sanzioniamministrative e il ritiro immediato dalla commercializzazione.

Rilevo inoltre che, nell'ambito dei vasti controlli a tutela delle produzioni e deiprodotti Made in Italy, lo scorso lugliol'ICQRF ha effettuato il sequestro penale di oltre 3.800 Kg di riso integralerosso "Ermes" rinvenuto presso una ditta del Vercellese. Il provvedimentocautelare si è reso necessario in quanto, a seguito di accertamenti sull'originedel riso importato, la partita di riso rosso in questione è risultata "cambogiana".

Consideratii significativi risultati ottenuti in questi ultimi tempi, il Ministero intendeproseguire ed implementare l'attività di controllo intrapresa.

Rilevo infine che il Ministro sottoporrà la questione in esame all'attenzione dellaCommissione europea affinché anche gli altri Stati membri assicurino unadeguato livello di controllo sui risi di importazione, al pari di quantoavviene in Italia.

L'intento è di evitare che risi di provenienza da Paesi terzi, di scarsa qualità ocontenenti residui di sostanze pericolose per la salute umana, siano introdottisul territorio dell'Unione a danno della qualità dei risi commercializzati sulmercato dell'UE e degli interessi dei produttori e dei consumatori europei.

 
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