Comunicati stampa
Question Time del ministro Lollobrigida al Senato
(04.05.2023)
Il Ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, è intervenuto al Question Time al Senato rispondendo a interrogazioni sulle misure da assumere per contrastare la speculazione in atto da parte dei molini nel mercato italiano, che sta causando l'aumento dei prezzi del pane e della pasta; sulle misure a sostegno degli agricoltori che hanno subito danni alle produzioni a causa di eventi climatici avversi e calamità naturali; sugli esiti del G7 dei ministri dell'Agricoltura che si è svolto in Giappone lo scorso 22 e 23 aprile e gli obiettivi prefissati in vista dell'edizione del 2024 che si terrà in Italia.
Interrogazione sulle misure da assumere per contrastare la speculazione in atto da parte dei molini nel mercato italiano, che sta causando l'aumento dei prezzi del pane e della pasta
Signor
Presidente, onorevoli Senatori,
Trattiamo
un tema di particolare rilevanza perché riguarda produzione strategiche che
ancor di più lo sono in un momento come quello congiunturale che stiamo
attraversando, nel quale la sicurezza alimentare si erge ad argomento di
discussione. Le oscillazioni del grano, però, come ha avuto modo di ricordare
già nell'interrogazione stessa, vedono delle ciclicità ormai che gravano sul
comparto.
Proprio per
questo, per esaminare a fondo quali possano essere le ragioni abbiamo convocato
lo scorso 12 aprile ho convocato il Tavolo del grano duro, al quale hanno
partecipato tutti i soggetti che hanno titolo a poter ragionare insieme alla
politica di questo tema e sono i nostri produttori, ma sono anche che sono i
molitori, gli stoccatori, i pastai, arrivando alla grande distribuzione, che
lei richiamava, certificando uno dei passaggi finali della nostra ottima pasta.
Insomma, abbiamo ragionato con l'intera filiera.
Però, Io credo
che il tavolo del grano duro sia un momento di confronto e come tutti i momenti
di confronto possa permetterci non solo di comprendere, ma anche di provare ad
arrivare a delle soluzioni concrete.
Le organizzazioni agricole hanno posto la loro oggettiva preoccupazione
anche per quel processo che lei richiamava di una crescita molto importante
fino a qualche mese fa e poi una caduta che abbiamo verificare se sia oggetto
di speculazione, perché quello è il primo degli elementi che dobbiamo contrastare.
In tale contesto, inoltre, oltre all'esame dei dati forniti da ISMEA, è stato
affrontato il problema di ricostituzione della Commissione Sperimentale Nazionale per il grano duro, il
cui progetto si è concluso nel 2023.
Il nostro
intento è riattivare quanto prima la Commissione, non escludendo di procedere
alla costituzione della Commissione Unica Nazionale, magari correggendo alcune
criticità che sono emerse proprio nell'applicazione. Di questo modello, riguardo
al Registro di carico e scarico telematico cosiddetto "Granaio Italia" ricordo
che la fase sperimentale, è stata recentemente prorogata dal Decreto
Milleproroghe al 31 dicembre 2024, nel corso del quale l'ICQRF non porrà e non
applicherà le sanzioni pecuniarie.
Preciso che il
"Granaio Italia" risale a prima del conflitto russo-ucraino, a seguito del
quale la Commissione UE ha adottato un nuovo quadro normativo che in parte si
sovrappone alle competenze delle precedenti ed è stato recepito con decreto
ministeriale dell'8 agosto 2022.
Poiché il
nuovo adempimento si sovrappone a quelli di Granaio Italia, stiamo verificando
la possibilità di unificare e semplificare gli adempimenti a carico degli
operatori per renderli più semplici, cercando di eliminare oneri burocratici
che spesso sono a carico dei produttori e delle imprese stesse.
Per
evitare ogni possibile speculazione, il Ministero settimanalmente monitora le
quotazioni del grano attraverso quelle effettuate dalle Camere di commercio e
le informazioni vengono trasmesse attraverso il sistema informatico ai
competenti servizi e all'Unione Europea. Con riferimento alla dinamica dei
prezzi, rilevo che la trasformazione delle materie prime richiede, nell'ambito
dei numerosi e poliedrici processi produttivi, l'impiego di fattori produttivi
che hanno avuto un incremento dei prezzi a volte a tre cifre e questo sappiamo
essere un problema che va affrontato in sede europea e rileva anche nell'ambito
di quella che noi chiamiamo Sovranità alimentare, cioè cercare di evitare che
eventi contingenti gravi come le guerre possano modificare le nostre scelte di
produzione e anche di consumo a causa, per esempio, della crescita dei prezzi.
Resta un fatto che è fondamentale. Sulle vicende legate al grano, noi dobbiamo
applicare un sistema di ricerca più avanzato, dobbiamo ricominciare a studiare
i metodi che permettano di abbattere le criticità legate a queste produzioni,
aumentando il quantitativo, diminuendo i costi di produzione e cercando
eventualmente di ripetere quelle cose che in Italia sono state fatte all'inizio
del secolo scorso. Quest'anno ricorre una ricerca del 1913 applicata dallo
scienziato Nazareno Strampelli che riuscì, a parità di consumo del suolo, a
raddoppiare la produzione di grano semplicemente attraverso la genomica.
Dobbiamo investire sulla ricerca, quello che non si è fatto in questi anni e
che ha indebolito il sistema agricolo europeo e italiano. L'Italia era
avanguardia di questi processi e crediamo possa tornare ad esserlo utilizzando
le grandi menti e le grandi potenzialità che nelle nostre università e nei
nostri centri di ricerca risiedono e che noi dobbiamo proteggere anche
pagandole in modo adeguato e mettendo quindi al servizio dei nostri agricoltori
un sistema più efficace ed efficiente. Per valorizzare il loro lavoro, per
realizzare grandi grani come la Senatore Cappelli o altri, che nella storia
hanno contraddistinto la qualità italiana, un aumento del valore che mette
anche in condizione di reggere logiche di mercato globalizzato, delle quali
spesso veniamo ad essere oggetto negativo in fasi congiunturali come questa da
lei richiamata, grazie del quesito.
Interrogazione sulle misure a sostegno degli agricoltori che hanno subito danni alle produzioni a causa di eventi climatici avversi e calamità naturali
Signor
Presidente, onorevoli Senatori,
il contrasto
alle conseguenze negative delle catastrofi naturali sul comparto agroalimentare
italiano ed il sostegno alle aziende colpite sono al centro dell'azione
politica del Ministero, per quanto di competenza.
Quanto agli
eventi catastrofali che si sono verificati nel 2022, la risposta del Governo è stata
- e continua ad essere - il più rapida ed efficace possibile: dal mio
insediamento ho firmato 24 decreti di declaratoria di eccezionali avversità atmosferiche
grazie ai quali è consentito alle Regioni interessate di accedere alle risorse
messe a disposizione dal Fondo di solidarietà nazionale.
Il 2 maggio
2023, ho firmato il decreto di declaratoria di riconoscimento del carattere di
eccezionalità dell'alluvione che ha colpito le Marche tra il 15 ed il 16
settembre 2022, che permette anche in questo caso l'accesso alle risorse del
Fondo di solidarietà nazionale.
Per i prossimi
anni tali eventi, purtroppo sempre più frequenti e devastanti, dovranno essere
gestiti mediante gli strumenti assicurativi. In quest'ottica, un ruolo centrale
assume il Fondo mutualistico nazionale agricolo contro le avversità catastrofali
(AgriCAT), previsto quale strumento principale di assicurazione del rischio dal
Piano strategico della Politica agricola comune 2023 - 2027 concordato con le
Regioni con un meccanismo che sapete essere nuovo ed applicato per la prima
volta in questo quinquennio.
Sono in corso
di adozione gli atti che consentiranno di definire il quadro normativo per l'operatività
del Fondo.
In
particolare, il 5 aprile 2023 è stato approvato il Regolamento del Fondo, e il
giorno seguente, è stata adottata la prima circolare esplicativa, rivolta alle
imprese che abbiano subito danni da eventi catastrofali, contenente le
disposizioni operative per la presentazione della domanda di accesso alle
compensazioni del Fondo.
Infatti, entro
la prossima settimana è previsto il rilascio dell'applicativo nel Sistema
informativo agricolo nazionale, che consentirà agli agricoltori di inserire la
denuncia di danno direttamente nel sistema informativo.
Ad ogni modo,
il Fondo mutualistico nazionale AGRICAT copre gli eventi catastrofali già a
partire dal 1° gennaio 2023.
Nei mesi
passati ISMEA ha già provveduto a raccogliere le segnalazioni degli agricoltori
che hanno subito danni in seguito ad eventi catastrofali. A breve saranno
organizzati i primi sopralluoghi campionari nelle aree interessate dagli eventi
catastrofali per verificare gli eventuali danni alle produzioni
Posso, dunque,
rispondere alla sua domanda dicendo che il Fondo AGRICAT si può considerare già
operativo.
A
completamento del discorso fin qui svolto, ricordo che il Fondo risponde nei
limiti delle proprie disponibilità (350 milioni che io non so se saranno in
grado di coprire [sbob]); è necessario attendere la fine della campagna agraria
per raccogliere tutti i fabbisogni derivanti dalle segnalazioni che perverranno
nel corso dell'anno.
Nel frattempo
si procederà alla costituzione della dotazione del Fondo, mediante il prelievo
del 3% sui pagamenti diretti e la successiva integrazione con i fondi Feasr.
Concludo
precisando che trattandosi di un Fondo di mutualizzazione la cui portata è estesa
a 700.000 aziende agricole, operativo su tutto il territorio nazionale e per
tutte le produzioni assicurabili, lo sforzo messo in atto quest'anno è imponente
e getta le basi per una svolta nella cultura di gestione del rischio per la
nostra imprenditoria agricola.
Colgo l'occasione
per rinnovare oggi la solidarietà alle popolazioni dell'Emilia Romagna. Già ieri
ho avuto modo, essendo presente alla fiera di Rimini Macfrut, e avendo lì la
fortuna di poter incontrare tutte le rappresentanze del mondo degli
agricoltori, abbiamo già iniziato a confrontarci attivamente su quale possano
essere le soluzioni da adottare dall'intero Parlamento eper quota parte dal
nostro Ministero per andare incontro non solo agli effetti economici
devastanti, ma gli effetti psicologici che derivano dalla distruzione del
lavoro delle aziende che spesso legano i nostri agricoltori a quel territorio
ben più che dal dato economico e che io credo vadano compensate con un
particolare attivismo. Ho avuto la fortuna ieri di poter visitare direttamente
i luoghi e ho trovato tanta gente speranzosa di trovare in tutti noi, tutta la
politica, un luogo nel quale potersi confrontare sulle soluzioni attuali, ma
soprattutto su una criticità che forse rilevano e che nel tempo deve essere
invertita: la poca attenzione al mondo dell'agricoltura come centrale nella
manutenzione del territorio, nella manutenzione dell'alveo dei fiumi, nella
manutenzione di quelle aree interne e quelle aree che, spesso poco curate,
producono a valle degli effetti devastanti che noi rileviamo e che aggravano
gli eventi derivanti dal cambio climatico.
Interrogazione sugli esiti del G7 dei ministri dell'Agricoltura che si è svolto in Giappone lo scorso 22 e 23 aprile e gli obiettivi prefissati in vista dell'edizione del 2024 che si terrà in Italia
Ringrazio il
collega Senatore Silvestroni per aver ricordato che l'Italia ha avuto un ruolo
e avrà un ruolo ancora più rilevante nel prossimo anno proprio rispetto a un
tema di carattere generale, che è la sicurezza alimentare nell'ambito del G7.
Il G7 riunisce
le nazioni industrializzate più importanti del pianeta, in un'area specifica,
obiettivamente, che vede il Giappone, la il Canada e il Regno Unito, la
Germania, gli Stati Uniti e la Francia.
Nell'incontro
di Miyazaki, una straordinaria città del Sud del Giappone, erano presenti però anche
il Segretario generale della FAO, l'IFAD, il WTO, insomma, un tavolo che mette
in condizione di trattare un argomento strategico che è l'argomento di questo
tempo per varie ragioni, alcune congiunturali, le ricordavo prima rispetto alla
guerra di aggressione della Russia all'Ucraina, ma anche di carattere
prospettico rispetto all'incremento demografico che il pianeta sta vivendo. Si
tratta e si ragiona insieme, si deve ragionare insieme, questo l'Italia ha
chiesto al tavolo trovando riscontro, sia negli accordi nei tavoli
multilaterali sia in quelli bilaterali, che abbiamo ottenuto con le singole
nazioni per capire come bisogna evolvere il dato che riguarda le produzioni
alimentari.
Noi siamo di
fronte a un bivio e dobbiamo scegliere se lavorare sul principio del cibo per
tutti o del cibo di qualità per tutti. Noi propendiamo per la seconda strada,
un cibo che sia interclassista, non invece basato su dinamiche che potrebbero
far prevedere in futuro un cibo standardizzato per i poveri e un cibo di qualità
per i più ricchi. Una lettura alla quale non vogliamo andare incontro e che
abbiamo puntualmente sottolineato anche ai nostri colleghi, ritenendolo uno dei
ruoli che l'Italia dovrà e potrà intraprendere come guida del cibo di qualità del
pianeta. Queste sono le indicazioni su un tema di questa natura, abbiamo
invitato gli altri colleghi a ragionare sul contrasto a un modello che
standardizza, che scollega il territorio e il lavoro dalle produzioni, una
tipicità italiana è quella invece di mantenerlo ancorato a questo, che produce
qualità e benessere. Un benessere che noi vogliamo esportare e che deve
basarsi, lo abbiamo ricordato e sottolineato insieme agli altri Stati, la
necessità di riproporre l'agricoltura al centro soprattutto della formazione
giovanile. Il ministro giapponese Nomura ci ha mostrato una scuola di agraria,
giovani entusiasti, abbiamo ragionato di tecnologie e di ricerca perché oggi
l'agricoltura non è, come qualcuno ogni tanto ricorda, sfruttamento e zappa,
l'agricoltura e tecnologia, l'agricoltura è ricerca, l'agricoltura è
approfondimento. è un modello nobile in cui intorno al quale si sviluppa la
promozione di un'attività che nelle altre nazioni, come dovrà ed è anche nella
nostra, in molti istituti agrari viene esaltata proprio dall'impegno dei nostri
ragazzi che trovano tanto lavoro, lavoro ben pagato e di qualità in questo
mondo.
Abbiamo avuto
modo di confrontarci in incontri bilaterali, anche entrando in questioni che
riguardano i nostri produttori, in Giappone per esempio era ed è ancora per
quota parte bloccata alle l'importazione di carni suine italiane e ci siamo
relazionati con il ministero, riuscendo a fare importanti passi avanti per
riaprire immediatamente la commercializzazione di questi prodotti.
Avviene a
volte, e ringrazio anche l'attivismo dell'Ambasciatore italiano in Giappone
Benedetti, perché a volte c'è anche molta confusione, quindi vengono bloccate
le carni suine in Italia senza tener conto che se la tieni aperta per le altre nazioni
europee con il libero mercato, insomma, non puoi prevenire alcune patologie.
Utilizzando questo meccanismo, che diventa limitatamente efficace e soprattutto
la ricerca scientifica italiana ha testimoniato che, per esempio, sui
prosciutti e sui trasformati delle carni suine non c'è alcun rischio rispetto
alle vicende come la PSA. Abbiamo ragionato insieme al ministro canadese di
quella che è l'applicazione del CETA, ragionando di quelli che sono stati gli
elementi positivi ed anche alcune questioni che possono essere in prospettiva
migliorate, perché questo è il nostro compito. Abbiamo preparato insieme al
viceministro Harrison della Gran Bretagna l'incontro che poi abbiamo svolto,
incontrando anche la collega Thérèse Coffey in Gran Bretagna proprio in questi
giorni in cui abbiamo portato le nostre imprese nell'area che è condizionata
anche dall'evento Brexit, sul quale non entriamo, ma che apre per noi delle
potenzialità di mercato che abbiamo voluto riempire, tra virgolette, con
l'offerta dei nostri imprenditori che hanno potuto presentare ai buyer
britannici i nostri eccezionali prodotti.
Abbiamo avuto
modo di sottolineare quanto è importante garantire i marchi e le tipicità anche
con un sistema normativo che sia un sistema normativo omogeneo, che protegga sì
le nostre imprese che sono danneggiate dall'italian sounding, ma anche coloro
che fruiscono dei prodotti che vengono acquistati, perché se un cittadino
statunitense piuttosto che tedesco compra un prodotto che si richiama
all'italianità e poi mangia un prodotto che nulla ha di nostro né in termini di
produzione né di trasformazione viene truffato e noi, anche per conto loro,
vorremmo sottolineare quanto è importante.
Un'altro tema
strategico strategico, veniva richiamato prima il fenomeno dell'immigrazione
dal collega Piantedosi, è quello che è l'impegno che l'Italia ha chiesto. Noi
abbiamo un un'area del mondo, che sono tutti gli Stati in via di sviluppo,
tutte le nazioni in via di sviluppo, spesso hanno possibilità e potenzialità enorme,
solo in Africa terreno arabile è il 65% di quello disponibile nel pianeta e non
corrisponde a quello che invece raccolgono e soprattutto al valore aggiunto che
hanno i loro prodotti che spesso partono dall'Africa a valore bassissimo,
arrivano ad essere trasformati nei paesi occidentali e nella logica di mercato,
si impennano in termini di prezzi, ma nella filiera le nazioni africane non
ricevono granché. E allora, in quell'occasione, ma anche ieri a Macfrut
nell'incontro con i ministri del Burundi, dell'Uganda, della Tanzania, del
Congo abbiamo ragionato di questo: come le nazioni occidentali possano aiutare,
e io credo sia un dovere, queste nazioni a sviluppare una agricoltura che sia
in grado di produrre e vendere nei mercati, avendo un livello e un valore aggiunto
per i loro prodotti più alto e quindi far crescere il loro ricchezze.
Io credo che
questa potrà essere una delle soluzioni perché le persone non siano costrette a
migrare, eventualmente scelgano di emigrare, ma non siano spinte ad emigrare
dalla fame. Su questo tema torneremo proprio qui a Roma, io ringrazio il
collega Antonio Tajani come ministro degli Esteri, che è riuscito ad ottenere
che si svolgesse a Roma nella la sede della FAO a luglio la conferenza
internazionale sulla sicurezza alimentare. Sarà lì che le nazioni più forti, in
termini economici, dovranno impegnarsi a nostro avviso a sostenere con progetti
più mirati lo sviluppo delle nazioni più deboli per dare la possibilità di
avere una crescita economica che sia omogenea. Una sostenibilità ambientale, in
ultimo, che va ricercata, è una priorità, ma che va affiancata alla
sostenibilità economica e produttiva, perché questi due elementi non debbano
viaggiare in maniera disomogenea e possano produrre sempre equità sociale e
quindi sostenibilità sociale accanto a una sostenibilità ambientale che va
ricercata non in termini ideologici, ma attraverso la ricerca che è l'altro
elemento sul quale tutte le nazioni presenti hanno avuto modo di convergere in
un'azione comune, anche con interscambio di informazioni e di disponibilità reciproca
di nuove tecnologie innovative. Grazie.