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Comunicati stampa

Question Time del ministro Lollobrigida alla Camera dei Deputati

(05.04.2023)

 

Il Ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, è intervenuto al Question Time alla Camera dei Deputati rispondendo a interrogazioni sulle iniziative, in sede nazionale ed europea, volte a innalzare i parametri di benessere animale durante il trasporto a fini commerciali; sulle misure a sostegno del comparto frutticolo dell'Emilia-Romagna, colpito ripetutamente da avversità atmosferiche; sulle iniziative volte ad assicurare ed accelerare l'impiego delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza destinate al settore agroalimentare; sul divieto di importazione di alimenti sintetici; sulle iniziative volte a colmare il divario tra offerta e domanda di lavoro nel settore agricolo, con particolare riferimento all'impiego dei giovani; sulle recenti dichiarazioni del ministro dell'Agricoltura sulla carenza di manodopera nel comparto agricolo e iniziative volte al rilancio del lavoro agricolo e alla promozione dell'agricoltura sostenibile.


Interrogazione a risposta immediata sulle iniziative, in sede nazionale ed europea, volte a innalzare i parametri di benessere animale durante il trasporto a fini commerciali.

Signor Presidente, Onorevoli deputati, preliminarmente devo precisare che la materia del benessere degli animali è di primaria competenza del Ministero della Salute, che segue l'elaborazione della normativa a livello europeo, dandone poi attuazione a livello nazionale, con disposizioni specifiche e relativi piani di controllo. Salvaguardare il benessere degli animali durante il trasporto è uno degli obiettivi più importanti che bisogna perseguire e che è ad oggetto dell'interesse dell'Italia non da oggi. Basti considerare che l'Italia è uno dei pochi Paesi europei ad aver vietato il trasporto di animali vivi sul territorio nazionale durante i periodi in cui si registrano alte temperature. Il Ministero della Salute ha diramato da tempo una circolare, rinnovata negli anni, che prescrive di pianificare i lunghi viaggi, in modo da salvaguardare il più possibile il benessere degli animali. È richiesto di porre particolare attenzione all'idoneità degli animali al trasporto, alla densità, al rispetto delle soste e dei tempi di riposo, di abbeverata e alimentazione. I viaggi devono essere organizzati nelle ore più fresche della giornata, possibilmente in quelle notturne, tenendo in considerazione lo stato fisiologico degli animali e le temperature durante tutto il tragitto programmato. Inoltre, nel 2011, è stato stipulato un Protocollo d'intesa tra Ministero dell'Interno e Ministero della Salute, attualmente in fase di revisione, per garantire controlli di polizia sul benessere degli animali vivi durante il trasporto su strada; come lei ha citato, questi controlli evidentemente funzionano. I controlli nel corso di questi anni hanno rappresentato un valido deterrente per i trasportatori. Nel 2022 i controlli su strada e nelle strutture adibite alla macellazione sono stati intensificati durante il periodo pasquale, ove si riscontra una movimentazione cospicua di animali, prevalentemente agnelli, provenienti in particolare dall'est. Riteniamo necessario effettuare anche quest'anno i controlli su strada; per questo motivo abbiamo scritto ai ministri competenti affinché si possa coadiuvare questa azione con un senso di corresponsabilizzazione dal quale non ci sottraiamo. Infine, nel 2023 è stato istituito un apposito gruppo di lavoro con i rappresentanti delle Regioni, dei Ministeri, degli Istituti zooprofilattici sperimentali e delle autorità veterinarie locali con l'obiettivo di uniformare le modalità operative dei controlli tra i vari enti preposti. Il benessere animale è un tema su cui anche il Ministero dell'Agricoltura è impegnato da tempo, ponendovi un'attenzione particolare per le sue conseguenze sulle produzioni del settore zootecnico e sui relativi costi. L'attuale legislazione dell'UE, pur avendo contribuito al miglioramento del benessere degli animali, ha mostrato i suoi limiti non avendo pienamente risposto agli scopi prefissati. In occasione del Consiglio Agrifish del 30 gennaio u.s, alcune Nazioni, tra cui il Portogallo, hanno obiettato rispetto ad alcune proposte che erano state presentate con un non paper di cui il contenuto era una obiezione al percorso di indirizzo della Commissione stessa. L'Italia pur avendo in quella specifica occasione garantito la legittimità dell'atto presentato dalle Nazioni, come è ovvio, non ha formalmente condiviso il contenuto della proposta del Portogallo ed altri. Assicuro che continueremo a lavorare per l'elaborazione di una normativa che sia rispettosa del benessere animale e al tempo stesso compatibile con la sostenibilità alimentare e produttiva.


Interrogazione a risposta immediata sulle misure a sostegno del comparto frutticolo dell'Emilia-Romagna, colpito ripetutamente da avversità atmosferiche.

Signor Presidente, onorevole Bergamini, grazie di avermi posto il quesito. I fatti riportati nell'interrogazione si riferiscono al mese di agosto 2022 e al territorio delle Province di Ferrara e Modena. Due sono gli eventi atmosferici evidenziati: ondate di pioggia e forte vento, che hanno distrutto le produzioni agricole (frutta, verdura, vigneti, oliveti) e le strutture agricole (serre, magazzini, fienili). Per questi eventi è stata presentata dalla Regione Emilia-Romagna proposta di declaratoria di eccezionalità, già positivamente istruita dall'Amministrazione. Il relativo decreto è in fase di adozione. Ad ogni modo, a tali eventi, sempre più frequenti e sempre più devastanti, occorre far fronte ricorrendo agli strumenti assicurativi. Sappiamo, però, che le compagnie assicurative sono restie ad assicurare i danni agli impianti frutticoli; in particolare, quanto all'Emilia Romagna problemi sono insorti per il rischio "gelo", non, invece, per le altre avversità (grandine, eccesso di pioggia, vento forte). Per questa ragione specifiche misure gestite da soggetti pubblici sono state previste nell'ambito della PAC 2023-2027. In particolare, con il Piano Strategico della PAC è stata elaborata una nuova architettura della gestione del rischio in agricoltura, con la conferma dei precedenti strumenti (assicurazioni agevolate; fondi di mutualità danni; fondi di mutualità reddito) e con l'introduzione di uno strumento totalmente nuovo: il fondo di mutualizzazione nazionale degli eventi catastrofali (gelo, siccità, alluvione). Il nuovo sistema di gestione del rischio prevede, un primo livello di base (Fondo Agri-CAT), che tutela oltre 700.000 aziende agricole su tutto il territorio nazionale, a cui si aggiunge il secondo livello di copertura assicurativa e mutualistica facoltativa, entrambi finanziati con risorse dello sviluppo rurale gestite a livello nazionale; completa il tutto un terzo livello, gestito principalmente a livello regionale, che include azioni di sistema con interventi di prevenzione e di difesa attiva, consulenza aziendale e innovazione sulla gestione del rischio e interventi ex-post. Il Fondo di Mutualizzazione Nazionale rappresenterà una copertura obbligatoria di primo livello, con l'obiettivo di coprire una parte dei danni catastrofali medi nazionali, fungendo da strumento per la resilienza delle aziende agricole, e migliorando la sostenibilità e l'offerta del mercato assicurativo. Sappiamo, peraltro, che non tutti gli agricoltori hanno la propensione ad accedere agli strumenti di gestione del rischio in agricoltura. Al fine di migliorare la diffusione della cultura assicurativa, il Ministero sta attivando una forte azione di informazione sui vantaggi derivanti da questo. Lavoreremo, e ringrazio il proponente, per riuscire a prevedere una deroga alle disposizioni del decreto 102/2004 con particolare riferimento alle strutture assicurabili ai danni segnalati nei territori della provincia di Modena per le produzioni agricole ed assicuro che sosterremo tutte le azioni in parlamento finalizzate a reperire risorse adeguate che permettano di dare riscontro alle esigenze produttive.


Interrogazione a risposta immediata sulle iniziative volte ad assicurare ed accelerare l'impiego delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza destinate al settore agroalimentare.

Signor Presidente, Onorevole Castiglione, voglio innanzitutto premettere che il Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste ha conseguito tutti i target e milestone fissati dalla Commissione Europea per il PNRR al 31 dicembre 2022 ed ha altresì conseguito l''interim step' previsto per il 31 marzo 2023. Fino a dicembre 2023 non sono previsti altri target /milestone. In particolare, la milestone prevista per il 31 dicembre 2022, relativa alla misura "sviluppo della logistica", è stata conseguita con la pubblicazione delle graduatorie finali per i settori "imprese", "mercati" e "porti". Per la misura "agrosistema irriguo", è stato rispettato l'interim step europeo al 31 marzo 2023, grazie alla pubblicazione dei bandi di gara per tutti i 97 progetti finanziati. Infine, anche per la misura "Parco Agrisolare", è stato rispettato il target al 31 dicembre 2022. Su tale misura, alla luce del nuovo elenco di beneficiari pubblicato pochi giorni fa, sono stati assegnati oltre 500 milioni di euro a più di 7.000 imprese. Con riferimento a tale misura, il Ministero si appresta adesso a pubblicare un nuovo bando che supererà proprio le criticità segnalate dagli onorevoli interroganti relative, in particolare, alla necessità di estendere il concetto di autoconsumo e rendere la misura ancora più attrattiva. Le positive interlocuzioni informali che abbiamo avviato e concluso in questi giorni con la Commissione europea permetteranno infatti di introdurre importanti novità: incremento del contributo a fondo perduto concesso alle imprese agricole su tutto il territorio nazionale; introduzione del nuovo concetto di autoconsumo condiviso (comunità energetiche); eliminazione totale, in diversi casi, del vincolo di autoconsumo. Si tratta evidentemente di un risultato di grandissimo impatto. In merito alle somme non impegnate rispetto allo stanziamento di 128 milioni del 2022, indicate dagli onorevoli interroganti, segnalo che non sono relative ad interventi inclusi nel PNRR ma ad altri progetti su cui abbiamo ereditato un certo ritardo che stiamo cercando di recuperare nel più breve tempo possibile. Per quanto riguarda l'avanzamento della spesa relativa ai c.d "progetti coerenti", occorre precisare che si tratta di un circuito finanziario diverso e più complesso rispetto a quello del PNRR e che coinvolge più amministrazioni, peraltro, su stati di avanzamento in gran parte già validati dal Ministero. Lo stato delle misure del PNRR risulta in estrema sintesi in linea con gli obiettivi concordati con l'Unione Europea ed, anche alla luce delle citate modifiche che stiamo condividendo con la Commissione, siamo fiduciosi di poter conseguire i risultati previsti. Discorso a parte occorre fare sul Piano Nazionale Complementare e sulle altre misure rivolte al settore agricolo. Abbiamo ereditato una situazione di gravissimo ritardo, a cui stiamo faticosamente cercando di porre rimedio. Lei ha ragione, On. Castiglione, a segnalare la situazione del V bando "contratti di filiera agroalimentare". Il 17 ottobre, con atto adottato dagli uffici prima del mio insediamento, è stato prorogato, dal 24 ottobre 2022 al 24 novembre 2022, il termine di presentazione delle istanze. Ciò ha determinato un aumento esponenziale dei programmi presentati che sono passati da 34 (649 beneficiari) a 318 (6.521 beneficiari in un mese) con un ammontare di risorse richieste che supera i 5 miliardi di euro rispetto ad una disponibilità di 690 milioni di euro. Questo ha determinato un aggravio delle attività istruttorie con il conseguente ritardo nella predisposizione della graduatoria, nonché delle attività degli uffici relative alle gestione delle altre misure. E' stato necessario, pertanto, intervenire immediatamente per imprimere una forte accelerazione al fine di consentire quanto prima l'ultimazione delle verifiche e la pubblicazione delle graduatorie. Rientra nel piano complementare anche il target previsto per marzo 2022, relativo alla pubblicazione del bando foreste sul quale nessun provvedimento era stato adottato all'atto del mio insediamento. Ho provveduto immediatamente a predisporre e sottoscrivere il decreto ministeriale di avvio della misura che è stato recentemente registrato dalla Corte dei Conti, adempimento che consentirà di pubblicare a breve il relativo bando. Questa situazione ereditata di gravissimo ritardo nell'attuazione del piano Nazionale Complementare ha evidentemente costretto il Ministero a condividere con il MEF una modifica del cronoprogramma adottando nel contempo una serie di iniziative organizzative volte a recuperare il ritardo accumulato entro la fine del corrente anno. Infine voglio segnalare che per la prima volta dal 2021 ho dato attuazione a quanto previsto dal decreto legge 77/2021 riunendo il "Tavolo del partenariato" a cui partecipano tutte le rappresentanze di settore e degli enti locali per informare in assoluta trasparenza sullo stato di attuazione delle misure del PNRR e sugli avvisi che verranno pubblicati nei prossimi mesi.  


Interrogazione a risposta immediata sul divieto di importazione di alimenti sintetici.

Ringrazio il collega Cerreto e il gruppo di Fratelli d'Italia per aver posto un tema che mi permette di dare a loro, parlamentari, e ai cittadini italiani alcuni chiarimenti necessari sulle tante chiacchiere che spesso in televisione fanno proferire cose senza senso ad alcuni che si dicono esperti in materia. Il cibo sintetico è il prodotto finale di vare tecniche di laboratorio. La Food and Drug Amministration degli USA ha approvato un protocollo di produzione che, essendo l'unico attualmente a disposizione, è quello cui è possibile fare riferimento per ricostruire il processo produttivo di tali alimenti. Il protocollo di produzione è descritto in uno studio effettuato dalla dott.ssa Maria Caramelli, già direttore dell'Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta. E' previsto il prelievo di cellule muscolari e fibroblasti da animale vivo; per farle crescere le si alimenta con siero fetale bovino, ormoni e chelanti.  Il siero fetale di vitello, indispensabile per la produzione industriale in questo protocollo, viene estratto con metodo certamente non indolore per l'animale, né in grado di garantire che non vi siano rischi di trasmissione di malattie, come quelle dei prioni, impossibili da diagnosticare all'animale in vita. Si aggiungono aminoacidi, acidi, grassi, zuccheri, tripsina di maiale, antibiotici e antimicotici, per prevenire contaminazioni batteriche e fungine. Per raggiungere l'immortalizzazione delle cellule di pollo viene immesso il cisgene, generativo del corredo genetico del donatore. È quindi evidente che si tratta di un cibo ultra processato, con presenza significativa di farmaci, additivi e la partecipazione di tre specie animali e di un gene. L'utilizzo della carne sintetica inoltre non porta all'eliminazione delle zoonosi, foriere delle pandemie a volte, come da taluno sostenuto, perché si tratta di malattie derivanti dagli animali selvatici. I diversi passaggi del processo produttivo evidenziano infine possibili contaminazioni batteriche e, riprodotte in larga scala, potrebbero ampliarsi in maniera incontrollata. I rischi per la salute sono dunque già stati segnalati nel mondo scientifico. Altrettanto certo è l'impatto dirompente di queste produzioni sul nostro sistema enogastronomico, basato sulla qualità degli alimenti, che rappresenta il nostro vero valore aggiunto. Queste produzioni sono un rischio anche per l'ambiente che, con la scelta delle produzioni in laboratorio di prodotti alimentari, potrebbe essere completamente abbandonato con fenomeni di spopolamento e desertificazione che abbiamo già registrato nelle aree interne della nostra Nazione per scelte strategiche sbagliate nel passato. Di fronte a una nuova tecnologia di produzione degli alimenti, della quale sono ancora ignoti ignoti rischi per la salute umana, l'ordinamento europeo consente di intervenire con misure precauzionali. Infatti, in virtù del principio già da lei richiamato regolamento europeo numero 178 del 2002 è possibile adottare misure protettive quando sussistano incertezze riguardo all'esistenza o la portata dei rischi per la salute delle persone, senza dover attendere che sia dimostrata la realtà e la gravità di detti rischi. L'Italia, per prima in Europa e nel mondo, ha ritenuto di attivare le misure precauzionali per impedire la produzione e la commercializzazione del cibo sintetico. Come ricordato, infatti, lo scorso 28 marzo il Consiglio dei Ministri, su proposta congiunta mia e del Ministro della Salute collega Prof. Schillaci, ha approvato, con procedura d'urgenza, lo schema di disegno di legge che stabilisce il divieto di produzione, somministrazione, distribuzione per il consumo di alimenti o mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati. Tra le condotte vietate, lo chiariamo una volta per tutte, è espressamente prevista l'importazione e la produzione per l'esportazione. Tengo, infatti, a precisare che la stessa normativa europea prevede tra le misure precauzionali la limitazione alla libera circolazione degli alimenti e dei mangimi. D'altra parte, non sarebbe possibile tutelare efficacemente la salute dei cittadini e il nostro patrimonio agroalimentare ove fosse vietata la produzione di cibo sintetico all'interno dei confini nazionali, salvo poi ammettere l'importazione dello stesso cibo da altre Nazioni europee o aderenti allo spazio economico europeo. Con questo intervento normativo - ora all'esame del Parlamento italiano che, ove lo riterrà opportuno, potrà senz'altro migliorare il testo - manteniamo una promessa fatta ai nostri coltivatori e ai nostri allevatori: di non restare indifferenti dinanzi all'avanzare di tecnologie che possono distruggere il patrimonio di cultura, storia e tradizione che trova compendio nei prodotti enograstronomici italiani. Ma, prima di tutto, con questo provvedimento tuteliamo i nostri i cittadini da tutto ciò che può mettere in difficoltà la loro salute e il loro benessere.


Interrogazione a risposta immediata sulle iniziative volte a colmare il divario tra offerta e domanda di lavoro nel settore agricolo, con particolare riferimento all'impiego dei giovani.

Grazie onorevole Colucci, ringrazio tutto il gruppo per aver proposto un quesito di interesse generazionale e di interesse per questo anche generale. Vorrei partire da alcuni numeri. L'occupazione in agricoltura conta circa 1,2 milioni di lavoratori; il 90% sono rapporti di lavoro a tempo determinato per un totale di 121 milioni di giornate di lavoro. Durante il click day - giorno di apertura delle richieste di forza lavoro da parte dei settori produttivi sulla base delle quote previste dal decreto flussi - sono pervenute oltre 120.000 domande prevalentemente provenienti prevalentemente dal settore agricolo, ma solo 44.000 sono state soddisfatte. Nel 2023 la richiesta di manodopera da parte delle imprese agricole è di circa 100.000 lavoratori stagionali. Si tratta di lavoratori indispensabili per dare continuità alla produzione agricola. La constatazione è evidente: esiste una richiesta di manodopera da parte del settore agricolo che resta insoddisfatta. Credo, allora che chi oggi non è occupato e spesso manca di formazione scolastica adeguata, come molti denunciano, per inserirsi nel mercato del lavoro tanto da dover ricorrere a sussidi di Stato possa guardare con interesse al lavoro agricolo. Ritengo, anzi, che per loro sarebbe un modo di entrare - o rientrare - nel mondo del lavoro dalla porta principale. Qui, infatti, il ragionamento si amplia e coinvolge la visione del lavoro agricolo; una visione che non può essere quella retrograda e vergognosa - e fin troppo abusata - di un lavoro umiliante, faticoso e poco remunerato. Non è così. Il lavoro agricolo è oggi una grande opportunità di sviluppare idee, di mettere in gioco le proprie capacità, di conseguire guadagni. Un lavoro fatto sì di braccia, ma anche e soprattutto di competenze. E' necessario, tuttavia, che i nostri giovani siano adeguatamente formati per poter affrontare questa sfida e ringrazio per questo gli Istituti Agrari più di ogni altro. Il nostro investimento sui giovani - "i veri protagonisti del futuro" - sarà importante e decisivo. Per questo, riteniamo che la proposta che il presidente Meloni ha rilanciato nel Vinitaly, per cui si è lavorato anche nel nostro comune programma elettorale, quindi sostenuto dalla volontà popolare, è il Liceo del Made in Italy sul quale investiremo, con sempre maggiore attenzione a tutte quelle grandi potenzialità che sono insite con la nostra fortunata nascita in questa Nazione. Altre misure rivolte ai giovani sono già state adottate. Ricordo, in particolare, la misura denominata "Generazione Terra". Si tratta di mutui agevolati concessi da ISMEA ai giovani imprenditori agricoli di età non superiore a 41 anni che intendano avviare una propria iniziativa imprenditoriale nell'ambito dell'agricoltura, per ampliare la superficie della propria azienda mediante l'acquisto di un terreno, confinante o funzionalmente utile con la superficie già facente parte della propria azienda agricola o per l'acquisto di un terreno già in affitto. Nell'ultima legge di bilancio, inoltre, è stato previsto il nuovo contratto di lavoro occasionale subordinato nel settore agricolo. Tale strumento contrattuale può essere utilizzato anche da giovani con meno di venticinque anni di età, se regolarmente iscritti a un ciclo di studi presso un istituto scolastico di settore. Si tratta di uno strumento particolarmente vantaggioso considerato che il compenso è esente da qualsiasi imposizione fiscale. Può essere un modo per i giovani per un primo approccio con il mondo agricolo, per conoscere un mondo particolarmente stimolante e produttivo. Lavorare in agricoltura, in una filiera sempre più equa in termini di distribuzione del valore della produzione, della trasformazione e la distribuzione del prodotto italiano, può essere ora, e dovrà essere soprattutto in futuro, un'occasione di crescita da molti punti di vista, compreso quello economico.


Interrogazione a risposta immediata sulle recenti dichiarazioni del ministro dell'Agricoltura sulla carenza di manodopera nel comparto agricolo e iniziative volte al rilancio del lavoro agricolo e alla promozione dell'agricoltura sostenibile.

Voglio sottolinearle che sul decreto della condizionalità probabilmente in molti si sarebbero salvati dallo sfruttamento se l'aveste approvato voi invece di farlo approvare a me come primo provvedimento che ho avuto l'onore di firmare appena mi sono insediato, con i colleghi Calderone e il Ministero degli Interni. La ringrazio comunque dell'opportunità che mi dà, di chiarire il mio pensiero a chi lo ha strumentalizzato e spiegare le ragioni a chi non le ha proprio capite. Numerosi settori produttivi, come quello della sanità, edile, alberghiero e della ristorazione, oltre al settore agricolo, denunciano una carenza di forza lavoro; valgono i numeri del click day più di ogni altra considerazione: le domande previste sono state 238.335, soddisfatte solo per un terzo dalla quota prevista dal decreto flussi. Questi dati fanno rilevare in maniera oggettiva che in Italia esiste una consistente offerta di lavoro regolare, quella che viene pagata. Quella che lei sottolineava è quella irregolare, che va condannata e perseguita dalle leggi penali, ma quella di cui parliamo è quella regolare. Nel contempo, però, centinaia di migliaia di cittadini italiani percepiscono come lei ricordava il reddito di cittadinanza giustificato esclusivamente dall'assenza di offerta lavoro, cioè possono lavorare ma dicono che non c'è lavoro. Una parte della politica, da un lato, auspica l'ampliamento dei flussi al fine di coprire con l'immigrazione la predetta richiesta, dall'altro, sostiene che i percettori di reddito, che siano abili al lavoro, non possano occupare le posizioni lavorative disponibili e, addirittura, che la maggior parte di loro non sia in condizione di trovare lavoro per mancanza di scolarizzazione o di formazione adeguata. Cioè, la difficoltà a trovare lavoro perché non scolarizzati. Delle due l'una colleghi: o le offerte di lavoro delle quali parliamo sono da considerarsi "indegne", come lei descriveva per alcune di esse, e se lo fossero per coloro che si dicono pronti a rubare in assenza di reddito di cittadinanza dovremmo affermare che noi, quando apriamo i decreti flussi, non importiamo forza lavoro da integrare nel tessuto sociale e produttivo, come dobbiamo fare, ma nuovi schiavi. Io, però, mi rifiuto di pensare e di prendere in considerazione in Italia un'idea indegna come questa. Oppure si tratta di lavoro più che degno, che attribuisce a chi lo svolge un ruolo sociale, senza gravare sulle spalle di chi lavora, immigrato o cittadino italiano, sacrificandosi e pagando le tasse. È ovvio che nessuno può né vuole obbligare chi non vuole scegliere queste occupazioni lavorative disponibili a farlo per soddisfare le sue necessità, ma allo stesso modo, nessuno può pretendere che alla sua legittima scelta corrisponda il diritto di percepire un sussidio sulle spalle di chi decide di contribuire alla crescita economica della Nazione in linea con la Costituzione italiana. Questo non ce lo possiamo proprio permettere. Rammento, inoltre, come sottolineato dallo stesso Onorevole interrogante, che il nostro Governo, tra i primi atti, ha adottato il decreto interministeriale contenente le norme per l'applicazione in ambito nazionale della condizionalità sociale e, successivamente, con decreto legislativo, approvato definitivamente durante il Consiglio dei Ministri svoltosi a Cutro, simbolicamente, ha elaborato il sistema sanzionatorio per la violazione delle disposizioni europee in materia di condizionalità sociale, aggravando le pene, oltre quelle penali, anche dal punto di vista economico. È ora stabilito che nessun contributo collegato alla PAC possa essere concesso a coloro che violano le norme di contrasto al caporalato, che noi consideriamo uno sfruttamento indegno e ingiustificabile dei lavoratori. E' rimesso alle autorità competenti in materia di applicazione della legislazione sociale (Ispettorato nazionale del lavoro, vigili del Fuoco, Ministero della Salute e Regione nei rispettivi ambiti di competenza) il compito di vigilare sul rispetto di tali disposizioni. Continueremo su questa strada, promuovendo il lavoro regolare e combattendo senza sosta coloro che sfruttano i lavoratori. La ricchezza, però, mettetevelo in testa se vorrete, per essere distribuita va creata. Se noi non creiamo ricchezza quando si ridistribuisce si svendono i beni di famiglia, e l'Italia lo ha fatto negli anni passati svendendo asset strategici, oppure ci si indebita, e l'Italia l'ha fatto negli anni passati. Ora noi, questo governo, il Governo Meloni, pensa di investire sulle imprese per creare lavoro. far crescere la nostra economia. creare ricchezza e quindi poterla ridistribuire per i più deboli, anche e soprattutto quelli che non possono lavorare che vanno aiutati più di quanto lo si sia fatto in questi anni.

 
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